Zandalasini: «In Italia lo sport al femminile è indietro e resistono i pregiudizi, l’America è avanti anni luce»
Intervista a La Stampa della cestista azzurra stella dell'Wnba: «Noi atlete donne ci siamo sempre state

Italy's small forward Cecilia Zandalasini (2nd-R) reacts during the FIBA Women's EuroBasket 2025 semi-final match between Italy and Belgium at the Peace and Friendship Stadium in Athens on June 27, 2025. (Photo by Angelos Tzortzinis / AFP)
Zandalasini: «In Italia lo sport al femminile è indietro e resistono i pregiudizi, l’America è avanti anni luce»
Dalla rabbia allo sconforto; dallo sconforto all’analisi; dall’analisi al riscatto. Brucia ancora per la Nazionale italiana femminile di basket la sconfitta in semifinale contro il Belgio agli Europei con un pallone che è finito sul ferro una incredibile rimonta da -14. Oggi le azzurre giocheranno contro la Francia la medaglia di Bronzo. La Stampa oggi intervista Cecilia Zandalasini nostra giocatrice di punta, stella della Wnba (l’Nba femminile), l’intervista è sullo sport femminile e sulla considerazione che ha in Italia.
Zandalasini, com’è stato il risveglio dalla semifinale?
«Non ho chiuso occhio. Anche molte altre mie compagne sono rimaste sveglie. Da prima è venuto fuori il rammarico, abbiamo persino rimuginato su cosa potevamo fare meglio. Poi è salito l’orgoglio e infine abbiamo iniziato a pensare alla Francia.”
Benedette Nazionali femminili, ormai capaci di realizzare i sogni di quelle maschili. Nel calcio l’Italia si qualifica ai Mondiali, nel volley vince l’oro olimpico e nel basket supera le colonne d’Ercole dei quarti. Da attrice protagonista, che ne pensa?
«Noi, parlo delle atlete donne, ci siamo sempre state. Probabilmente un po’ più nascoste, perché viviamo in un Paese dove lo sport al femminile è ancora indietro e resistono i pregiudizi. In molti non guardano una partita di calcio o basket femminile proprio perché giocano delle donne. Spero che questi Europei possano aver avvicinato tante persone al basket, ma più in generale allo sport al femminile. Un gruppo di donne che ha più successo di uno di uomini, in questo periodo storico italiano, può lanciare il messaggio che lo sport è sport. E lo sport femminile è bello. Così come non esistono distinzioni tra tecnici uomini o donne per squadre maschili o femminile: l’unica distinzione valida è tra competenti o meno».
Giocando in Wnba, ora con le Golden State Valkyries, può confermare che in America non c’è quasi differenza tra lo sport al femminile e quello al maschile?
Zandalasini: «L’America, in questo campo, è avanti anni luce: basta vedere il seguito della Wnba o di qualsiasi altra lega femminile. Con le Valkyries ci alleniamo nelle migliori strutture, dormiamo nei migliori hotel: dobbiamo solo pensare a giocare. In proporzione come i nostri colleghi maschi».
La prossima stagione tornerà a Schio: la Nazionale tra le prime quattro d’Europa riuscirà, indirettamente, a far crescere l’interesse per il campionato e avvicinare tante ragazze alla pallacanestro?
«Sarebbe bello che l’ondata di interesse per noi si propaghi nel campionato. Magari tra qualche giorno, dopo che saremo uscite dalla bolla degli Europei, ci renderemo conto davvero di quante ragazze avremo avvicinato al basket».
Più difficile e gratificante vincere il titolo Wnba con Minnesota nel 2017 o portare l’Italia tra le prime quattro potenze cestistiche d’Europa?
«L’Italia tra le prime quattro d’Europa, senza dubbio».