Platini: «Agnelli non lo conoscevo. Boniperti era freddo, tirava sui contratti, non ricordo nulla di carino»
A La Stampa si racconta a Marco Tardelli: «La legge Bosman ha ucciso la filosofia del calcio: oggi per vincere devi avere soldi, basta vedere City e Psg».

Db Torino 13/05/2014 - finale Europa League / Siviglia-Benfica / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Michel Platini
Marco Tardelli ha intervistato su La Stampa Michel Platini, suo compagno di squadra alla Juventus, che domani compie 70 anni. «Era il 1982, l’Italia aveva appena vinto il Mondiale e la passione per il calcio s’era moltiplicata. Bella, travolgente. A volte, l’altra faccia, inquietante»
Scommetto che ti viene in mente Firenze?
«Eravamo sdraiati in pullman con i vetri in frantumi. Tutto perché l’anno prima la Juventus aveva vinto uno scudetto sul filo, battendo i viola in volata. Volevo affacciarmi (ride) e spiegare ai tifosi che io a Catanzaro, dove si decise quel campionato, non c’ero».
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Lo voleva anche l’Inter ma scelse la Juve.
Ti voleva anche l’Inter, per fortuna sei venuto a Torino Quanto ha influito l’Avvocato Gianni Agnelli sulla tua scelta?
«Zero, mi ha voluto con forza ma io non sapevo chi fosse. L’ho scoperto pian piano ed è stato un grande uomo davvero».
Era una Juve di grandi figure. L’Avvocato, Boniperti…Cosa ti viene in mente di carino del presidente?
«Un calciatore non può ricordare nulla di carino perché era freddo come ogni bravo uomo azienda, tirava sui contratti. Oltre le battute, ricordo un dirigente illuminato e vincente: Boniperti era la Juventus, e con Trapattoni in panchina componevano un binomio straordinario, importantissimo per il nostro club e per tutto il calcio».
Il suo ricordo più brutto. «L’Heysel è stata una pagina tragica e per me, come per te, è complicatissimo parlarne. Mi fa stare malissimo pensare che alcuni tifosi venuti a vedermi non sono più tornati a casa».
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Dopo aver lasciato il calcio giocato, sei stato allenatore e dirigente: ct della Francia e presidente Uefa. Di recente sei stato assolto dalle accuse ricevute per la tua carica nel Governo del calcio europeo.
«Sono uscito pulito, ma hanno vinto lo stesso i miei nemici. Comunque, mi hanno rubato dieci anni».
I vecchietti come noi rimpiangono spesso i tempi andati. Ti piace il calcio di oggi?
«Ho sempre guardato il calciatore e il gioco, tutto il resto non mi è mai interessato. La legge Bosman, però, ha ucciso la filosofia del pallone: oggi per vincere devi avere soldi, basta vedere come sono cambiate le storie di City e Psg».