Spalletti verso le dimissioni, l’Italia cambia Ct (ultim’ora Sky)

Dopo la pesante sconfitta 3-0 contro la Norvegia, il ct della Nazionale italiana va verso le dimissioni. Per Di Marzio Pioli favorito su Ranieri

Luciano Spalletti Nations League

Italy's head coach Luciano Spalletti (R) reacts during the UEFA Nations League, Ligue A Group A2 football match between Italy and Israel at the Friuli stadium in Udine, on October 14, 2024. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Come riportato da Sky Sport, si va verso le dimissioni da parte del ct della Nazionale italiana Luciano Spalletti dopo la pesante sconfitta 3-0 contro la Norvegia di venerdì. Il match era valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026.

Gianluca Di Marzio sul suo sito scrive del possibile successore:

 Il favorito per la successione è Stefano Pioli, oggi sulla panchina dell’Al-Nassr.

Spalletti, molti giocatori non lo seguono più. È poco lucido, le conferenze sono psicodrammi (CorSera)

È una domanda brutale, piena di amarezza e rimpianto, ma inevitabile: siamo sicuri che Luciano Spalletti sia ancora il ct giusto per la Nazionale azzurra?

A questo punto, perciò, occorre essere pragmatici, serve onestà intellettuale. E dobbiamo raccontarci la verità su Spalletti. Il quale ha un’alta considerazione di sé, e forse la merita, ricordando che le sue squadre (vengono in mente la Roma e il magnifico Napoli dello scudetto) hanno sempre giocato un calcio spettacolare. Il guaio è che quando arriva in Nazionale e si accorge di avere a disposizione un materiale umano a dir poco modesto — l’unico fuoriclasse era, e resta, Gigi Donnarumma — invece di immaginare una squadra dignitosa, che giochi semplice, decide di intervenire con le sue visioni. Un miscuglio di genio tattico e pignoleria prossima all’ossessione. Così, in Germania, agli ultimi Europei, veniamo sbattuti fuori, mentre lui è ancora lì a parlarci di «calcio relazionale». La Nations League è stato un altro tormento. Di carattere già complesso, non essere capito l’ha irrigidito. Molti giocatori, è chiaro, non lo seguono più. Appare poco lucido (come quando convoca Acerbi). Lo sa, e non si piace. Le conferenze stampa sono psicodrammi. Sospiri, occhiate di fuoco. E chissà che succede nello spogliatoio. Però noi ai Mondiali vogliamo andarci. Mister, secondo lei, che dobbiamo pensare? 

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