Lavezzi una superstar a Cagliari

La meraviglia sarebbe stata se il Napoli non avesse vinto a Cagliari una partita in gran parte dominata. Ma c’era poca intensità nell’area sarda, troppi pochi azzurri per la conclusione sulle combinazioni offensive e neanche l’ingresso di Cavani (56’ per Sosa) assicurava l’affondo decisivo. Ma all’ultimo dei tre minuti di recupero, il Cagliari, tutto avanti […]

La meraviglia sarebbe stata se il Napoli non avesse vinto a Cagliari una partita in gran parte dominata. Ma c’era poca intensità nell’area sarda, troppi pochi azzurri per la conclusione sulle combinazioni offensive e neanche l’ingresso di Cavani (56’ per Sosa) assicurava l’affondo decisivo. Ma all’ultimo dei tre minuti di recupero, il Cagliari, tutto avanti per sfruttare nell’area napoletana una punizione di Biondini, offriva una immensa prateria al rilancio della difesa partenopea e al tocco di Cavani per Lavezzi. Il Pocho, partendo in equilibrio precario, portava a termine una felice galoppata insaccando il gol-partita (1-0), decisivo come a Brescia.
Il Napoli è terzo in solitudine, a due punti dal Milan, nuovo leader del campionato. E’ la formazione più brillante in trasferta (14 punti, imbattuto, migliore attacco) e a Cagliari, dove non vinceva da 15 anni, ha centrato la terza vittoria consecutiva (due fuori casa). E sono tre le gare in cui De Sanctis non prende gol (a metà strada del record di sei partite nel campionato scorso).
Formazione azzurra rivoluzionata per il susseguirsi degli impegni. Era la quarta gara in dieci giorni e la terza in trasferta. Diciotto giocatori hanno ruotato nel turn-over (solo De Sanctis e Hamsik sempre presenti). A Cagliari debutto in campionato di Santacroce. Rientri di Maggio e Dossena sugli esterni. Yebda in campo (Pazienza a riposo). Lavezzi unica punta con Hamsik e Sosa alle spalle. Cavani in panchina.
Con una partenza da squadra padrona, il Napoli ha “spento” le migliori virtù del Cagliari: il brio, la velocità, l’inserimento in gol delle mezze punte. Primo tempo stradominato. Senza opportunità le due punte sarde Nenè e Matri sotto il controllo assiduo dei tre della difesa (Santacroce, Cannavaro, Aronica). Il Napoli si impossessava del centrocampo dove Cossu era costretto a ripiegare sotto gli assalti di Gargano (era previsto il contrario). Ispirato Hamsik. Sulle fasce però poca velocità. Maggio non è ancora una freccia, Dossena era in precarie condizioni (usciva alla fine del primo tempo). Yebda (al posto di Pazienza) sicuro e prezioso in fase difensiva, ma scolastico e incerto nell’impostare l’azione. Sosa sempre lento (troppi colpi di tacco). Il ritmo era forzatamente basso. Lavezzi troppo solo in avanti, non la spuntava contro Astori e Canini, i migliori del Cagliari. Tuttavia, il Napoli faceva circolare la palla con bella sicurezza col Cagliari in soggezione. Conti molto arretrato a proteggere la difesa. Biondini e Laner fuori partita, disorientati nella zona centrale dal giro-palla del Napoli. Il deludente Laner veniva sostituito da Nainggolan (40’) senza risultati apprezzabili. Insomma, i ragazzi di Mazzarri avevano il match in pugno, ma non pungevano. Un violento tiro di Gargano veniva respinto dal portiere (10’). E si doveva aspettare la mezz’ora perché il Napoli avesse una palla-gol. Lancio al bacio di Hamsik e astuto colpo di testa di Lavezzi a fil di palo (30’). Il Cagliari aveva avuto un’opportunità con Nenè che concludeva fuori dopo una velenosa punizione di Cossu respinta da De Sanctis (27’).
Zuniga doveva entrare per Dossena (40’), problemi muscolari. E più tardi anche Aronica avrebbe denunciato problemi fisici, però restava in campo. Nella ripresa, il Cagliari si scuoteva, produceva maggiore spinta, ma i suoi tocchi erano sempre imprecisi. I difensori, poi, non costruivano mai gioco, spazzando via il pallone. Forse il Napoli rifiatava (Hamsik stanco) e il Cagliari giocava finalmente nella metà campo azzurra. Però, zero parate di De Sanctis. Il Cagliari si è lamentato per una spinta di Santacroce a Matri (52’) e per un fallo di mano di Aronica però sbilanciato da Biondini (75’) in area. Non sono sembrati rigori.
Con Campagnaro per Santacroce (59’), dopo le sostituzioni di Dossena e Sosa, il Napoli esauriva i cambi e rischiava molto. Non tutti gli azzurri erano in buone condizioni. Santacroce se l’è cavata al rientro in squadra (qualche fallo di troppo giocando sull’anticipo). Nell’ultimo quarto d’ora, il Napoli giocava praticamente in dieci con Campagnaro bloccato da problemi muscolari. Maggio retrocedeva a terzino destro con Gargano che sorvegliava la zona mentre il Cagliari attaccava confusamente. Campagnaro se ne stava in avanti per le rimesse laterali. Altro non poteva fare. Il Cagliari cercava di forzare il risultato con Pinardi (65’ per Cossu) e Acquafresca (75’ per Nenè), ma era solo la pallida squadra delle imprese brillanti. Il Napoli poteva recriminare di non riuscire a schiodare lo 0-0. C’era però la sorpresona finale. Anche in dieci, e con molti giocatori stanchi, puniva la presunzione del Cagliari, rovesciatosi in avanti, filando in uno splendido contropiede e arpionando la vittoria all’ultimissimo secondo.
Mimmo Carratelli

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