Rigori, c’è anche Raspadori se Spalletti dice stop all’accanimento Jorginho (Gazzetta)

Oltre a Raspa ci sono Berardi, Dimarco e anche Politano. Ma Spalletti insiste: «il prossimo lo tirerà Jorginho» e lui per ora conferma

Jorginho rigori

Db Roma 17/11/2023 - qualificazione Euro 2024 / Italia-Macedonia del Nord / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Jorginho

Rigori, c’è anche Raspadori se Spalletti dice stop all’accanimento Jorginho. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.

Vox populi dice che ad un certo punto, senza scomodare Francesco De Gregori, è anche da questi particolari che si giudica un giocatore. Sicuramente un rigorista. E sì, la sentenza è senza possibilità di ricorso: perseverare sarebbe diabolico. Jorginho non deve più tirare rigori, almeno in azzurro. Mai più. Insistere sarebbe accanimento, masochismo: i due termini più usati, nei commenti post ItaliaMacedonia. Anche se Luciano Spalletti ha appena detto il contrario: «Gli ho già detto che il prossimo lo batterà ancora lui». E lui ha confermato, almeno per ora: «Tiro ancora io».

Non mancherà chi sarà pronto a farne uno in avanti, nel caso: Spalletti ha riconosciuto di «avere in rosa tre rigoristi bravissimi». Mercoledì i superstiti di una sfida dal dischetto, oltre a Jorginho, erano Berardi, che li tira abitualmente e molto bene con il Sassuolo e Raspadori, che in neroverde li lasciava a lui, ma in Primavera aveva un’ottima media. Candidabili anche Dimarco, che nell’Inter fa la fila dietro due infallibili come Calhanoglu e Lautaro, ma nelle varie giovanili azzurre era lo specialista e all’Europeo under 19 del 2016 trascinò la squadra in finale segnandone tre; e pure Politano ha un’ottima media.  

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Lo sguardo scorre su Spalletti. Sì, certo: in conferenza stampa ha detto che sarebbe stato Jorginho, il rigorista. Perché è un uomo vero, un grande calciatore, uno che tiene alla maglia azzurra, eccetera eccetera. Però, adesso, dovrebbe bloccarlo. Deve bloccarlo. E invece no. Jorginho è lì che sistema il pallone sul dischetto. E niente: si capisce tutto da come prende la ricorsa. Gli tremano le gambe. Undici metri al martirio.

Vabbè. Insomma: se lo fa parare, lo sbaglia (ma lo sbaglia proprio, eh).

Qui in tribuna stampa ci diciamo esattamente quello che voi vi starete ripetendo, a casa, seduti sul bordo del divano: e cioè che se insisti, ti ostini a far battere un rigore decisivo a Jorginho nella notte di un venerdì 17, non ti salvi nemmeno se arriva Harry Potter.

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