Garcia, renderlo l’unico capro espiatorio non aiuterà il Napoli a riprendersi (Gazzetta)
Il francese ha sbagliato, ma anche chi lo ha scelto senza aver chiaro quale strada intraprendere.

Ci Salerno 04/11/2023 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Rudi Garcia
Garcia, renderlo l’unico capro espiatorio non aiuterà il Napoli a riprendersi. Lo scrive la Gazzetta dello Sport con Maurizio Nicita.
Comunque a Napoli torna oggi anche Rudi Garcia, per “chiudere” le questioni della sua breve vita napoletana. Ieri pomeriggio – qualche minuto prima che venisse ufficializzato l’ingaggio di Mazzarri – è venuto a conoscenza del fatto che non sarà più la guida tecnica dei campioni d’Italia. Poche righe di ringraziamento. Lo aveva già capito domenica che tutto era finito. Renderlo l’unico capro espiatorio di questa vicenda, è un’analisi che non aiuterà il Napoli a riprendersi dai tanti errori commessi. Il francese ha sbagliato, ma anche chi lo ha scelto senza aver chiaro quale strada intraprendere. Comunque sia ora serve una svolta e l’esperto tecnico toscano è uno abituato a risolvere questioni complicate, calcisticamente parlando.
IL NAPOLI HA BISOGNO DI NORMALITÀ (SCOZZAFAVA)
Il Napoli ha bisogno di normalità e di un allenatore che non scappi un’ora dopo l’allenamento. A scriverlo è Monica Scozzafava sul Corriere del Mezzogiorno.
Il Napoli ha la necessità di fare un piccolo reset e tornare a fare quello che già sa fare. Ha bisogno di un allenatore che in campo fa didattica, un maestro che alzi la voce, che metta regole ferree, che non arrivi al campo un’ora prima degli allenamenti e scappi via un’ora dopo. Il Napoli ha bisogno di ritrovare il suo terreno di gioco, deve sentire l’odore del campo, ascoltare il rumore del nemico. Ha urgenza assoluta di normalità, perché è con la normalità che si vince. Mazzarri in quest’ottica è la scelta più giusta, più sensata.
Ecco, dopo il colpo a vuoto Garcia, il francese che arrivava dall’Arabia, a Napoli c’è stato bisogno di scendere sulla terra per ritrovare concretezza, praticità e solidità. Sulla panchina torna un tecnico che in dieci anni ha allenato altrove e con fortune alterne, che ha sbagliato e si è aggiornato e oggi a 62 anni con una solidità economica e una risolutezza personale, ha la forza e il coraggio di rimettersi in discussione, rischiando in primis la propria reputazione.