Il Milan scricchiola: sicuri che l’irruzione Ibrahimovic non sia un azzardo? (Libero)

La difficoltà di Pioli a essere anche manager ma lo svedese vuole un impegno totalizzante, no a incarichi part-time o di rappresentanza

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Mg Milano 10/02/2023 - campionato di calcio serie A / Milan-Torino / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Zlatan Ibrahimovic

Il Milan scricchiola: sicuri che l’irruzione Ibrahimovic non sia un azzardo? Così scrive Libero.

Il Milan si sta rompendo? Forse. Di certo si rompono tanti suoi giocatori. Troppi, per reggere ai massimi livelli: in totale sono già 19 gli infortuni in stagione di cui ben 12 muscolari. Quattro di questi (Kalulu, Krunic, Loftus-Cheek, Sportiello) contano un tempo di recupero superiore ad un mese, più Chukwueze che resta un punto di domanda.

Pioli già fatica a sistemare tatticamente il Milan – la retroguardia non si impegna mai in copertura; il centrocampo è fragile anche perché Krunic, pupillo del mister, non è un regista; l’attacco, reduce da tre gol nelle ultime 5 gare, ha un Leao in astinenza dal 23 settembre (1-0 al Verona) -, difficile che possa migliorare istantaneamente anche la parte psicologica. In un simile contesto, Ibrahimovic non sembra più un valore aggiunto ma una gigante pezza per bloccare l’emorragia sul nascere. L’insistenza del club per il ritorno dello svedese suggerisce da un lato il pentimento della proprietà nel liberarsi di una figura come Maldini e, dall’altro, la difficoltà di Pioli a essere anche manager. Magari Ibra aiuterà, ma la condizione posta per il ritorno non è la più semplice da gestire: no a incarichi part-time o di rappresentanza, sì solo ad un impegno attivo e totalizzante. Un inserimento così aggressivo a stagione in corso sarebbe un azzardo. Davvero il Milan non riesce a cavarsela da solo?

IL MILAN E LE CREPE NELLO SPOGLIATOIO

C’è una questione interna che non bisogna sottovalutare e nemmeno nascondere sotto il tappeto. Se durante la settimana più complicata scandita dal calendario “amico”, tra Juve, Parigi e Napoli cioè, emergono crepe sulla parete dello spogliatoio, si può anche prendere per buono prima il chiarimento con Calabria e poi la successiva, educata spiegazione di Giroud o non vedere l’opera strepitosa di persuasione fatta da Florenzi con Leao davanti alla panchina, ma bisogna capire se c’è qualche mal di pancia da curare in modo diverso che con una semplice pacca sulla spalla. Anche le reazioni di Pioli sono spia di nervosismo. Forse a influire c’è la responsabilità del mercato e la gestione solitaria in assenza di Ibra oltre che Maldini. I due giorni di riposo stemperino le tensioni. E qui il ritorno alla questione Ibra è inevitabile: lo svedese sta “assaggiando” per la prima volta l’ebrezza della libertà assoluta e sta interessandosi a diversi business così da rendere non immediata la risposta agli inviti di Cardinale, Scaroni e Furlani. 

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