In Premier League i club hanno timore di prendere posizione per Israele (Daily Mail)
Vorrebbero esprimere solidarietà alle vittime, ma sono cauti. Il presidente del Newcastle United ha ribadito il suo sostegno alla Palestina

Palestinian militants attend the funeral of those killed in an overnight Israeli raid, in the occupied West Bank city of Nablus on October 25, 2022. Six Palestinians were killed in sweeping Israeli raids in the occupied West Bank, the Palestinian Health Ministry reported, in what the army said was an assault targeting the emerging "Lion's Den" armed group. RONALDO SCHEMIDT / AFP
Qualcosa si muove nel calcio europeo dopo le strazianti notizie che arrivano da Israele e dalla Palestina. Secondo quanto scrive il Daily Mail, la Premier League sta ricevendo numeroso pressioni da parte dei club di fornire una risposta formale allo scoppio della guerra. Diversi dirigenti sono scontenti per per il silenzio dello sport dopo l’attacco terroristico di venerdì scorso da parte di Hamas.
“Numerosi club vorrebbero esprimere solidarietà alle vittime e offrire una qualche forma di tributo, ma sono cauti nell’intraprendere azioni unilaterali per paura di scatenare una reazione che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza dei propri tifosi. Inoltre hanno sollevato preoccupazioni relative alla sicurezza come uno dei motivi che ha portato al silenzio in queste ore. Altri hanno espresso il timore di prendere posizione nel conflitto israelo-palestinese“.
Il calcio, ad ogni livello, è silente rispetto a quanto sta accadendo. La Uefa ha rinviato tutte le partite che si dovrebbero giocare nei territori vicini al conflitto. Nessun riferimento però agli attacchi terroristici e alle vittime di entrambe le parti.
Anche la Fifa, impegnata con le trattative per l’assegnazione dei mondiali, non ha rilasciato alcun commento. Continua il Daily Mail:
“Senza partite di alto livello fino al 21 ottobre, la Premier League è disposta a prendersi il suo tempo, che secondo le fonti è coerente con il tempo necessario per formalizzare una risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Un altro dirigente del club ha accusato la Premier League di ipocrisia data la forza della sua condanna della Russia e il suo entusiastico abbraccio al movimento Black Lives Matter“.
C’è anche la questione di alcuni proprietari dei club inglese. Come ad esempio i proprietari del Newcastle:
“Il Newcastle United è di proprietà del Fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita e del principe ereditario Mohammed bin Salman, il cui presidente ha ribadito il sostegno del suo Paese alla Palestina dopo l’escalation del conflitto. Anche la Federcalcio inglese si trova in una posizione difficile. Deve ancora decidere se illuminare l’arco di Wembley con i colori della bandiera israeliana durante l’amichevole nazionale dell’Inghilterra contro l’Australia venerdì“.