La Ligue 1 studia come diventare più attraente: arbitri più sensibili, meno fischi e più spazio al gioco

Su L'Equipe le nuove indicazioni arbitrali: ci sarà maggiore tolleranza per i falli di mano e si spinge per meno capannelli di protesta

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Db Torino 19/01/2023 - Coppa Italia / Juventus-Monza / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: cartellino giallo

In Ligue 1 si va verso un arbitraggio meno repressivo e più umano: è una delle priorità della Direzione Arbitrale per la nuova stagione: le altre sono l’aumento del tempo effettivo di gioco e una maggiore tolleranza dei falli di mano in area. Gli arbitri dovranno essere meno rigidi, sono invitati a fischiare di meno, a lasciare più spazio al gioco, per rendere più attraente il campionato francese. L’Equipe racconta le nuove indicazioni del mondo arbitrale.

Innanzitutto, gioco più fluido, quindi il Dipartimento arbitrale vuole meno fischi sui micro-contatti e maggiore ponderazione in caso di falli leggeri. Il direttore tecnico responsabile degli arbitri professionisti, Stéphane Lannoy, spiega:

«Chiediamo agli arbitri di esercitare discernimento e applicare intelligenza al contesto. Vogliamo una considerazione più precisa ed efficiente del secondo avvertimento».

Evitare quanto più possibile le espulsioni in Ligue 1, dunque, per garantire parità di condizione numerica alle squadre, mentre agli assistenti è chiesto di alzare immediatamente la bandiera in caso di fuorigioco evidente. Non solo: nei recuperi sarà incluso il tempo perso per festeggiare i gol e quello relativo all’esecuzione di una sanzione arbitrale. I falli di mano saranno puniti solo se volontari o se la mano impedisce all’avversario di recuperare palla in un’azione favorevole al gol.

Soprattutto, il direttore arbitrale, Antony Gautier, vuole sradicare l’immagine frequente dell’arbitro circondato da un gruppo di giocatori che gli fanno pressione in caso di decisioni controverse. Dunque raccomanda che a chiedere spiegazioni agli arbitri sia solo il capitano o un giocatore di movimento. Se il portiere è il capitano, però, potrà essere lui a parlare con l’arbitro.

Lannoy parla anche del desiderio di umanizzare gli arbitri.

«Non vogliamo robot che applichino gli orientamenti dati loro in modo binario, ma vogliamo che esprimano la loro personalità e la loro sensibilità».

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