Eredità Agnelli-Elkann, date e luoghi di alcuni documenti non coincidono
La disputa tra Margherita Agnelli e il ramo Elkann a Report: nuovi dubbi sulla veridicità del testamento e sulla sua regolarità

Db Torino 27/05/2019 - partita del cuore / Nazionale Cantanti-Campioni della Ricerca / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: John Elkann
Ci sono nuove anticipazioni rispetto all’inchiesta portata avanti dalla redazione di Report sull’eredità Agnelli e la disputa con gli Elkann. Già ieri ne scrivevamo richiamando le anticipazioni rilasciate dal programma di Rai3.
Margherita Agnelli sostiene che i testamenti svizzeri siano falsi e che il patto successorio firmato a Ginevra nel 2004, con cui accettava 1,2 miliardi di euro di patrimonio paterno rinunciando all’eredità della madre, sia da invalidare.
La tesi è che la residenza in Svizzera della madre era fittizia. Il tema si rivela importante oltre che interessante se si pensa che in ballo ci sono le quote della Dicembre, la holding della Famiglia Agnelli, che controlla Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Cnh, la Juventus, i quotidiani Repubblica e La Stampa
Oggi ne scrive il Fatto Quotidiano e aggiunge nuovi elementi riguardanti la holding Dicembre:
“Oggi il capitale sociale è diviso tra i fratelli Elkann: John possiede il 60%, il restante 40% è ripartito in parti uguali tra Lapo e Ginevra: hanno la proprietà delle quote dal 23 febbraio 2019, giorno della morte della nonna Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato. Già nel 2004, la signora aveva venduto ai nipoti la nuda proprietà del 41,29%, mantenendo l’usufrutto. Secondo una scrittura privata del 19 maggio di quell’anno, presentata alla Camera di Commercio di Torino il primo luglio 2021, Marella aveva ceduto l’1,29% delle sue quote a John per 2,5 milioni di euro, e il 20% a testa a Lapo e Ginevra per 39,2 milioni ciascuno. Nei documenti che stabiliscono la cessione, però, non è indicato il luogo in cui fu firmato l’atto e, soprattutto, non c’è l’autentica delle firme“.
Il Tribunale di Torino però il 7 luglio 2022 ha cancellato l’iscrizione delle quote perché la documentazione relativa era priva dei requisiti formali necessari. Gli Elkann ha ripercorso l’iter e lo hanno fatto a Ginevra, Svizzera.
Tuttavia secondo Andrea Galli, l’investigatore incaricato da Margherita di indagare sulla residenza svizzera della madre, l’anziana donna “non poteva che trovarsi a Torino“.
Un altro documento rintracciato da Report riguarda la modifica dell’oggetto sociale della Dicembre. Scrive il Fatto:
“Anche questo è privo dell’indicazione sul luogo in cui è stato redatto. Ma in calce, oltre alle firme di Marella Caracciolo e dei tre Elkann, ci sono quelle di Gianluigi Gabetti, consigliere di Gianni Agnelli, dell’avvocato Franzo Grande Stevens e della figlia Cristina oltre che di Cesare Ferrero, commercialista della famiglia“.
Il quotidiano si chiede se è possibile che tutti i firmatari si trovassero a Ginevra. Dagli accertamenti dell’Agenzia dell’Entrate, Marella Caracciolo “avrebbe posseduto la nuda proprietà e non l’usufrutto del 41,29% di Dicembre. L’esatto opposto di quanto disposto nel 2004. L’agenzia ne ricavò che “il centro degli interessi” della signora “non fosse in Italia”, ma in Svizzera, dove era ufficialmente residente e pagava gran parte delle tasse su redditi e patrimoni“.