Non c’è un peggiore, in squadra, nessuno gioca a questi livelli con questa continuità. Sembra che renda piccole tutte le altre

Fabio Licari commenta la vittoria del Napoli sull’Eintracht in Champions League sulla Gazzetta dello Sport.
“Osimhen, Kvara, Lobotka, Di Lorenzo e tutti gli altri. Non c’è un peggiore, nessuno gioca a questi livelli con questa continuità. Il Napoli fa paura all’Europa, nessuno sa come prenderlo. Forse soltanto il Benfica, l’altra grande sorpresa, è nella stessa situazione. Tutti conoscono la solidità tedesca del Bayern, la manovra ultra-tecnica del City, la superiorità gestionale del Real Madrid. Ma quello di Spalletti è un gioco indecifrabile, velocissimo, creativo, spettacolare, a più voci, collettivo e individuale. Anche l’Eintracht è travolto in 180 minuti nei quali mai la qualificazione è stata in pericolo. Mai”.
Il Napoli ha controllato in modo maturo il gioco, per proteggere il vantaggio dell’andata ed è riuscito a segnare due splendidi gol con Osimhen, prima del rigore di Zielinski che ha chiuso il match.
“Una partita da grande, di totale superiorità mentale, fisica, tecnica e tattica. Un po’ di controllo all’inizio, assalti improvvisi per mettere paura alla difesa tedesca e, segnato il primo gol, il gioco preferito: aggressione, ripartenza in velocità e gol. Due, splendidi, di Osimhen, uno su rigore di Zielinski. Non c’è pronostico in questa Champions. Il Napoli vale le più forti e ha meno da perdere”.
Una menzione particolare va al primo gol del nigeriano, nato da un’intuizione di Lobotka.
“Sarebbe meglio dire che l’1-0 è la sublimazione di questo Napoli. La riconquista del pallone – in teoria punto di forza dell’accademia frequentata da Glasner – è pensata, strategica, da scacchista. Lobotka sulla trequarti destra
s’inventa così un esterno che libera Politano: cross al centro e Osimhen, di testa, scavalca il pur bravo Trapp. Fine. Stop. The end”.
L’Eintracht non è una grande d’Europa, certo, ma, scrive la Gazzetta, “a questo punto è forte il sospetto che sia il
Napoli a rendere piccole le altre”.