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Zico: «Il soprannome ‘Pelé bianco’ è stato sempre un peso. Pelé è stato unico, il re del calcio»

Al Messaggero: «Il Santos sbaglia a ritirare la sua maglia. Sarei stato contrario anche se lo avesse fatto il Flamengo con me. Il rispetto non si dimostra così».

Zico: «Il soprannome ‘Pelé bianco’ è stato sempre un peso. Pelé è stato unico, il re del calcio»
Db Milano 25/05/2016 - photocall film ' Pele' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Edson Arantes do Nascimento

Sul Messaggero un’intervista ad Arthur Antunes Coimbra, più conosciuto come Zico. Leggenda vivente del calcio brasiliano, è stato soprannominato il Pelé bianco. L’appellativo, però, non gli piace.

«Non parliamo di questa cosa, non mi è mai piaciuto. Questo soprannome è stato un peso in tutta la mia carriera. La gente andava allo stadio pensando di andare a vedere di nuovo Pelé e invece trovava un altro giocatore. Ma come me anche altri hanno sofferto questo paragone. Io probabilmente più di tutti, perché ero della generazione successiva a quella della terza coppa Rimet, vinta contro l’Italia nel 1970. Chiaramente lui non c’entrava nulla, anzi con me è stato sempre carino, prodigo di consigli. Ma Pelé è stato unico e né io né altri ci siamo potuti avvicinare. Nella storia c’è stato Mozart, in un’altra epoca i Beatles ma erano unici. Imparagonabili, geni assoluti. E la stessa cosa è nel calcio: Pelé è stato unico. Ci sono stati altri calciatori che hanno fatto cose stupende, però Pelé è Pelé. Il re del calcio».

In cosa eccelleva Pelé? Zico:

«In tutto. Quando Dio ha deciso di creare un calciatore, ha dato a Pelé tutte le qualità possibili. E lui lo ha ringraziato, diventando il numero uno del mondo. A me quello che impressionava era come scattava, si fermava, e poi ripartiva alla stessa velocità, avendo nel frattempo stoppato il pallone e già dato il via alla giocata. Era incredibile: con il destro, il sinistro, di testa, non aveva punti deboli».

Il Santos sta valutando se ritirare la maglia numero 10, Zico non è d’accordo.

«Per nulla. Quel numero deve rimanere un punto di riferimento per i ragazzi che hanno il sogno di diventare un giorno un campione e vestire quella ‘camisa’. E sarei stato contrario anche se il Flamengo me lo avesse proposto quando mi sono ritirato. Il rispetto non si dimostra così».

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