Seedorf: «Il Napoli merita di stare lì, il miglior calcio è il suo. Vedremo se avrà testa per reggere»

Alla Gazzetta: «Il Milan ha più abitudine a giocare partite importanti ed è solido. Credo che accorcerà le distanze. Con Maldini ha ristabilito una cultura vincente».

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Db Milano 15/09/2021 - Champions League / Inter-Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Clarence Seedorf

La Gazzetta dello Sport intervista Clarence Seedorf. Parla di Pelé, del Mondiale, del campionato di Serie A. Non ritiene che il Mondiale avrà un impatto determinante sul campionato italiano.

«Non immagino stravolgimenti. Sarà un impatto inferiore rispetto a quello del campionato sul Mondiale. Le favorite si sono preparate in fretta e al via hanno faticato Germania, Belgio e Argentina».

Seedorf parla del Napoli.

«Merita di stare lì, il miglior calcio è il suo. La sfida è confermare la crescita. Stare davanti è più duro che rimontare, vedremo se avrà testa per reggere».

Sul Milan:

«Il Milan ha più abitudine a giocare partite importanti ed è solido. Io credo che accorcerà le distanze. La fortuna del Milan è aver ristabilito, soprattutto con Maldini, una cultura vincente».

Come mai in Italia nessuno ha offerto un contratto a Seedorf?

«Sì, anche io mi aspettavo un’offerta dalla A e mi dispiace non averla ricevuta. Resto aperto, vorrei allenare ancora ma non è certo un problema».

Sulla Juventus:

«Oggi nel calcio ci sono tanti ragazzi e meno uomini. La Juventus, se ha uomini nello spogliatoio o se l’allenatore sarà capace di renderli tali, potrà resistere a qualsiasi sconvolgimento. Anzi, tutto questo può diventare una motivazione».

A Seedorf viene chiesto se l’Inter ha sbagliato a riprendere Lukaku.

«Credo abbia sbagliato Lukaku ad andare via. Se stai bene, perché andare al Chelsea? I soldi sono la risposta più scontata ma non sempre devono avere la priorità: anche questo è uno dei motivi per cui oggi ci sono meno giocatori top. Io, comunque, gli auguro di ritrovare la magia».

Come mai il livello dei campioni scende, nel calcio?

«La vita dei ragazzi oggi è diversa e le metodologie dei vivai hanno tolto spazio al talento: si inizia presto con la tattica, si ammazzano le individualità. E si danno riconoscimenti troppo presto. Negli sport individuali poi c’è molta spinta al miglioramento: gli atleti cambiano allenatori per migliorare di qualche centesimo. Nel calcio invece continuare un lavoro standard può portare a contratti importanti. Questo è un problema che riguarda ciò che ruota attorno ai calciatori: club, federazioni, lavoro. Prima ogni allenamento aveva l’obiettivo di migliore. I club devono alimentare questa mentalità. Da tecnico lavoro molto a livello individuale, proprio per questo».

Seedorf parla di Kvaratskhelia e De Ketelaere.

«La sfida per loro è non farsi guidare dalle aspettative esterne ma migliorare per consacrarsi».

Su Mihajlovic, Vialli e Pelé:

«Pelé ha significato tanto per me e il calcio. È stato una persona strepitosa. Il suo impatto va oltre i 3 Mondiali vinti e il genio: ha aperto le porte ai giocatori di colore in tutto il mondo e vissuto sino all’ultimo con positività e amore. Con Sinisa ho perso un amico che ha sofferto anche troppo. La famiglia deve essere orgogliosa di ciò che ha lasciato. Vialli è una persona strepitosa, gli ho scritto e il mio augurio è che possa riprendersi al più presto».

 

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