Malagò: «Nella ginnastica il rigore sul peso è inevitabile. Capita che si fatichi a reggere lo stress»
A La Repubblica: «Chiedo scusa alle atlete ed ex atlete che hanno sofferto per comportamenti inappropriati, ma bisogna capire la dimensione del fenomeno».

Roma 12/07/2021 - Nazionale di Calcio Italiana a Palazzo Chigi / foto Pool/Insidefoto/Image Sport nella foto: Giovanni Malago'
La Repubblica intervista il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Il tema è quello dello scandalo relativo alla ginnastica ritmica, alle Farfalle. Malagò inizia con lo scusarsi con le atlete ed ex atlete che hanno subito le vessazioni che nelle ultime settimane hanno riempito le pagine dei quotidiani.
«Come presidente del Comitato olimpico e punto di riferimento dello sport italiano sento l’obbligo di chiedere scusa a tutte le atlete ed ex atlete che hanno sofferto a causa di comportamenti inappropriati».
Ma subito dopo sembra frenare. Bisogna capire la reale estensione del fenomeno, non si può fare di tutta l’erba un fascio, e considerazioni del genere. Non solo: per Malagò la durezza della ginnastica è inevitabile.
«Sono rimasto molto colpito, ovviamente. Dopodiché occorre anche pensare che stiamo parlando di un movimento che ha 150 mila iscritti e 500 mila praticanti, per altro in grandissima maggioranza bambine. Bisogna capire, una volta accertati i casi — perché, ricordiamolo, ancora nessun giudice si è espresso — la reale dimensione del fenomeno. La ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso, uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di “durezza” è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell’umiliazione, nella vessazione. Però ripeto, tutto questo deve ancora essere accertato».
Nonostante le centinaia di segnalazioni, Malagò invita «a non fare di tutta l’erba un fascio».
Non esiste un problema relativo alla qualità e alla preparazione dei tecnici?
«In parte sì, è chiaro. Fino a poco tempo fa gli allenatori facevano tutti i mestieri insieme, gli psicologi, i nutrizionisti. Oggi fanno corsi di formazione, si preparano. Il centro federale della ritmica di Desio è un esempio: ci sono svariate
professionalità e tutte di alto livello. Non è un caso che i fatti di cui parliamo non siano recentissimi».
I tecnici sono preparati, la Federginnastica aveva creato un organismo di giustizia indipendente, e allora cosa è successo?
«Bella domanda. Va capito se hanno sbagliato solo i singoli o se c’era un sistema che li ha indotti a sbagliare. In questo secondo caso si potrebbe parlare di responsabilità oggettiva, di tutti, Coni compreso. Se invece ci trovassimo di fronte a tante situazioni autonome, sarebbe solo un problema dei singoli soggetti».
Il numero dei casi fa pensare a una responsabilità oggettiva.
«Vediamo cosa viene fuori dalle indagini in corso».
Malagò difende Emanuela Maccarani, direttrice del centro federale dei Desio, ora commissariato. Gli viene fatto notare che la Maccarani siede in Giunta Coni e rappresenta tutti i tecnici federali: non esiste un problema di opportunità?
«Emanuela è in assoluto l’allenatrice che ha vinto più titoli. È straordinaria dal punto di vista umano e professionale. Non credo ci siano motivi per mettere in discussione il suo ruolo in Giunta. Il presidente Tecchi ha voluto dare un segnale, non trasformiamolo in un’anticipazione di giudizio: un conto è la struttura commissariata, un conto è il suo ruolo. Le attuali Farfalle sono legate in modo formidabile a Emanuela e non credo siano plagiate».
Perché nessuno, neanche lei, si è allarmato per il ritiro di Alice Taglietti?
«Ogni tanto qualcuno fa fatica a reggere stress, succede in ogni sport. Non ho creato una correlazione tra quel fatto e altri elementi. Oggi, le chiederei che cosa è successo. Anzi, la chiamerò sicuramente».
A Malagò viene chiesto se teme una fuga di famiglie e atlete dalla ginnastica ritmica. E sembra proprio di sì.
«Non è certo una bella pubblicità, ci vorrà del tempo per ammortizzare questo».