Petrucci: «Certi dirigenti sono patetici. É già partita la corsa a chi parla per primo con Abodi»
A La Stampa: «Pozzecco? Lo chiamo il mio Erasmo da Rotterdam, è un lucido folle. Sa preparare le partite senza creare un clima da guerra».

Db Milano 29/11/2021 - qualificazioni Mondiali 2023 di basket / Italia-Olanda / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianni Petrucci
La Stampa intervista il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, al suo quarto mandato. Parla del ct Pozzecco, lo definisce una scelta sia tecnica che di marketing.
«Entrambe. Non tutti gli allenatori capiscono l’importanza dell’immagine. Lui ha un feeling pazzesco con i giocatori,
vi invito a vedere i suoi allenamenti, ha tutto quello che serve per fare il ct. E sa accendere i riflettori sulla Nazionale. Lo chiamo il mio Erasmo da Rotterdam, è un lucido folle. Credetemi, sa preparare le partite senza creare un clima da guerra, giochiamo a basket non operiamo a cuore aperto. Deve solo diminuire gli abbracci. E ha un altro difetto: ora è più conosciuto di me».
Banchero fa il fenomeno nell’Nba: c’è il pericolo che scelga gli Usa e non l’Italia?
«Gli ho scritto e in dicembre con Pozzecco e con il direttore generale Trainotti andremo a parlargli. Perché dovrebbe scegliere l’Italia? Tutti i colloqui con i genitori ci portano in questa direzione. Mira al Dream Team Usa, ma noi non siamo terzo mondo rispetto all’Nba. In azzurro può essere il numero uno».
Per il coach del Bayern Trinchieri il nemico del basket è il volley che vi “ruba” i giovani. Esiste il pericolo? Petrucci risponde:
«Trinchieri dice una solenne banalità. Sembra un buon allenatore, ma fa parte di coloro che pensano di sapere tutto. E mi fanno paura quelli così. Io rispetto e applaudo le vittorie del volley e la loro capacità di reclutamento, ma noi siamo un’altra cosa. Noi siamo professionisti e loro dilettanti. Noi abbiamo il confronto con l’Nba e loro no. Rivendico la nostra diversità».
Petrucci parla del nuovo ministro dello Sport, Andrea Abodi.
«Ha sempre messo paura al Coni quando il Coni aveva i pieni poteri e il ministero doveva solo legittimare le sue attività amministrative. E il rischio era di ingerire. Ora i pesi sono diversi anche se mi auguro che questo governo stia comunque nei confini. Lo valuterò dai fatti. Nessuno come lui conosce il mondo dello sport per le molte cariche che ha ricoperto, ma dovrà fare il ministro e non l’amico di tutti. Non serve. É già partita la corsa a chi parla per primo con Abodi. Patetici. Dirigenti che se si attenessero al proprio ruolo non dovrebbero avere rapporti col ministro. Presidenti che devono imparare a rispettare il ruolo del Coni invece di rincorrere la politica».
Che cosa chiede ad Abodi?
«Di chiarire i confini tra Sport e Salute e Coni. Senza lasciare zone grigie. Di posticipare almeno di un anno l’entrata in vigore della legge sul contratto dei lavoratori sportivi. Sacrosanta, ma le società devono avere il tempo per adeguarsi. Anche l’abolizione del vincolo sportivo necessita più tempo per l’entrata in vigore. Nel basket rischiano almeno 800-900 società»
Con Malagò è tornato il sereno?
«Nessuno ha difeso lo sport come lui. Ed è assurdo che non si possa ricandidare per vivere i Giochi 2026 da presidente. Se ha coraggio, il ministro Abodi può cambiare la legge».