A Sette: «Mi consideravano chiusa e antipatica, ma quando vinci la prima medaglia a 16 anni cercano di sfruttarti e io ho reagito chiudendomi a riccio»

Sette, settimanale del Corriere della Sera, intervista Federica Pellegrini. E’ fresca di matrimonio: si è sposata il 27 agosto con Matteo Giunta, suo ex allenatore.
«È il mio opposto, io sono istintiva e lui invece è riflessivo, combaciamo bene. Sia nello sport sia nella vita, lui sa come disinnescarmi. Io innesco, lui disinnesca».
Racconta di essere gelosa, tutto il contrario di Matteo e di controllargli il telefono, anche se lui non le dà motivo di essere ansiosa.
«Io, se ho il dubbio, entro nel suo telefono. So tutti i codici. Matteo sa che li ho. E non li cambia: se no, vuol dire che ha qualcosa da nascondere. Però, non entro nel suo telefono tutti i giorni».
Le viene chiesto cosa le piace della vita dopo il nuoto. Risponde:
«La cosa che mi è piaciuta di più è il weekend lungo, una scoperta incredibile. Per me, il weekend iniziava il sabato alle 11 dopo l’allenamento e finiva la domenica sera a letto presto».
Sul suo passato e la sua chiusura:
«Quando vinci la prima medaglia a 16 anni, c’è chi si avvicina solo perché sei la Pellegrini, chi ti vuole sfruttare in qualche modo, chi ti fa del male personalmente. Essendo molto giovane, la tendenza è stata chiudermi a riccio. E sono stata considerata l’antipatica chiusa».