Il Giornale sulla Ferrari: magari Elkann avrebbe potuto far rientrare Todt un anno fa

Avrebbe potuto impiegarlo come cuscinetto tra lui e Binotto. Tanto il titolo in Borsa continua a volare, sembra che al presidente interessi solo questo

Jean Todt

Db Milano 04/09/2019 - 90 Anni di Emozioni / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Jean Todt

“Il problema che il coraggio messo nella progettazione della vettura è sparito quando è arrivato il momento di gestirla. La Ferrari in pista oggi segue sempre decisioni conservative nelle scelte strategiche, quasi frenata da una paura di sbagliare che si porta dietro da quando le capitava una sola occasione per stagione e non aveva una macchina vincente su ogni tipo di circuito”.

Lo scrive Umberto Zapelloni su Il Giornale, tornando sull’autolesionismo della Ferrari nel Gran Premio di Ungheria. Si fa sentire il peso del no a Todt di un anno fa.

“In Ferrari oggi dovrebbero avere più coraggio tutti a cominciare dal presidente John Elkann che è tornato fantasma. Non ha parlato dopo le prime vittorie, non ha parlato dopo le clamorose debacle. Magari avrebbe potuto far rientrare Todt e metterlo a cuscinetto tra la presidenza e Binotto. Tanto il titolo in Borsa continua a volare. Sembra che a lui interessi solo quello. Dovrebbe avere più coraggio Mattia Binotto nelle strategie che sembrano disegnate seguendo la filosofia del “primo non prenderle”. Più trapattoniano che sacchiano”.

Anche Leclerc e Sainz dovrebbero avere più coraggio.

“Dovrebbero avere più coraggio anche Charles Leclerc e Carlos Sainz. Charles dovrebbe cominciare ad alzare la voce quando i suoi ingegneri gli impongono scelte differenti da quelle che gli consiglia il suo istinto, fare un po’ l’Hamilton per dirla in parole povere. Sainz dovrebbe metterci un po’ più di coraggio o, nel suo caso, di cattiveria quando va all’attacco di un avversario. Gli è capitato in Canada e anche in Ungheria mentre inseguiva Russell”.

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