Corsport: sicuri che la nostalgia di Maradona non sia un freno per il Napoli?

Allo stadio c'è più profumo di Diego che del Napoli. È il momento di scegliere tra l’elaborazione dolorosa di un lutto e la ricerca eterna del passato glorioso

Maradona tifo Napoli

Mg Reggio Emilia 01/12/2021 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: bandiera Diego Armando Maradona

Il Corriere dello Sport, con Roberto Maida, racconta le sensazione vissute allo stadio di Fuorigrotta da un giornalista che non segue il Napoli. Tutto sa di Maradona, ancor prima di entrare nell’impianto.

(Maradona, ndr) Era dovunque, non dovevi nemmeno cercarlo. Già dentro al tunnel, soffocato dagli scarichi delle auto strombazzanti in fila, che scende dalla tangenziale: un signore temerario vendeva nel traffico le sciarpe dedicate a Diego. Non al Napoli: a Diego. Altri passi in avanti, lenti, confusi, e ancora il Diez offerto a 5 euro. Lo spirito aleggiava, profumava l’ambiente. Dentro poi, prima che cominciasse la partita contro la Roma, l’altoparlante diffondeva le note della canzone resa famosa dal docufilm di Kusturica: y todo el pueblo cantò, Marado’ Marado’. Con i quarantamila tifosi che ritmavano, gridavano, omaggiavano. Tutto per il Mito, non per il Napoli. Forse anche Spalletti, i giocatori, la squadra, avvertono l’anomalia quando entrano in campo.

L’effetto Maradona, la scia nostalgica dell’immortalità emotiva, supporta o frena la nascita di un grande Napoli che sappia andare oltre? (…) È il momento di scegliere una strada, tra l’elaborazione dolorosa di un lutto e la ricerca eterna del passato glorioso.

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