Il Corsport: quelli che Ancelotti è un gestore, il calcio preda dei superficiali in via di alfabetizzazione

A Siviglia ha stravolto la partita con i suoi cambi, togliendo Modric. E ci tocca ancora ascoltare volgarità allusiva da presunti luminari del calcio

Ancelotti

Db Milano 15/09/2021 - Champions League / Inter-Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

Carlo Ancelotti è a un passo dal vincere la Liga col Real Madrid e dal diventare il primo allenatore a vincere cinque campionati nei principali Paesi europei: Italia, Inghilterra, Germania, Francia e Spagna. Domenica sera il suo Real Madrid ha battuto fuori casa in rimonta 3-2 il Siviglia e ieri sera il Barcellona ha perso in casa col Cadice. Adesso i punti di vantaggio sono 15 anche se il Barça ha una partita da recuperare. Mancano sei giornate alla fine del torneo. Oggi sul Corriere dello Sport Antonio Giordano scrive un ampio profilo dell’allenatore che fu anche del Napoli. E si sofferma sul termine gestore utilizzato dai tifosi per denigrare Ancelotti.

Il gestore: a volte sussurrato così, con un pizzico di sufficienza o con dentro una volgarità allusiva da far rabbrividire. Come per dire: lui non allena, lui fa altro. Carlo Ancelotti ha una bacheca talmente imponente nel salotto di casa che, per attraversarla tutta e senza correre il rischio di demolirgli qualche trofeo, bisognerebbe fare uso d’un navigatore satellitare. E’ arrivato a 63 anni e mentre sta continuando a vincere s’è ritrovato addosso quest’etichetta che sa di pressapochismo, piena del nulla che ci circonda, di luoghi comuni e di una forma di superficialità che nel calcio è dominante.

Giordano si sofferma sulla partita di domenica sera a Siviglia. Quando sotto di un gol, Ancelotti ha tolto Modric (autore di un assist al bacio contro il Chelsea) e ha vinto la partita.

In sintesi, e per non perdersi in un’analisi che – in qualche tv dove “luminari” del calcio in fase di alfabetizzazione si affannano per spiegarsi senza riuscirsi a capire – definirebbero apologia, Carlo Ancelotti la serata di Pasqua ha preso un uovo, l’ha spaccato ed al Siviglia in vantaggio per 2-0 al 50’ ha offerto due sorprese: la prima, utile per riavvicinarsi, l’ha confezionata nell’intervallo, ed ha riscritto il codice tattico, con Rodrygo sguinzagliato in campo al posto dell’enfant- terrible Camavinga; la seconda, che in Italia avrebbero definito puro affronto, l’ha infiocchettata con elegante autorevolezza e quando Modric ha visto comparire sul tabellone luminoso il proprio numero, invece di farsi prendere dal pallore d’oro è andato ad abbracciare Marco Asensio, ha dato il cinque a Carlo e s’è gustato la “remuntada” dalla panchina. Da 0-2 a 3-2, passando per Nacho Fernandez, pure lui catapultato al minuto 81’ al Sanchez Pizjuan: Nacho, quello che contro il Chelsea fu fatto uscire per ridisegnare il Real verso i supplementari, stavolta gli è servito attivamente per ribaltarla, chiaramente pure con Benzema.

Ma certo: così è facile se hai Benzema, vorrà dire qualcuno. O anche se hai Toni Kroos, pure lui sostituito con il Chelsea – minuto 73 – e per far entrare Camavinga, mentre domenica sera no, Kroos è rimasto e Modric è uscito.

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