Entro il 7 aprile l’Italia dovrà garantire alla Uefa l’Olimpico aperto per l’Europeo
Il Corsera: “la richiesta di Ceferin sfida il buon senso”. Intanto però Gravina è al lavoro col Governo per capire se accettare
Il Corsera: “la richiesta di Ceferin sfida il buon senso”. Intanto però Gravina è al lavoro col Governo per capire se accettare
Se n’è accorto anche il Corriere della Sera.
Una richiesta illogica, che sfida il buonsenso e mette Roma, e altre undici città europee, con le spalle al muro: o riusciamo a garantire entro il 7 aprile di poter aprire l’Olimpico ai tifosi o perdiamo l’Europeo. Il diktat dell’Uefa e del suo presidente, Aleksander Ceferin, va oltre il dramma mondiale della pandemia. La sua richiesta è perlomeno spregiudicata. Probabilmente a giugno, quando comincerà l’Europeo itinerante, il virus avrà allentato la pressione e il piano vaccinale, che per adesso va a rilento, funzionerà a pieno regine. Ma Nyon le garanzie le pretende adesso.
Il Corsera elogia – inspiegabilmente – Gravina:
Il presidente Gravina, impareggiabile diplomatico, è già al lavoro con il governo perché è evidente che, in piena emergenza, non può essere la Federcalcio a decidere sull’apertura dell’Olimpico l’11 giugno, la sera dell’esordio tra Italia e Turchia.
Fatto sta che l’Italia deve decidere adesso.
Gravina ha già avviato i contatti con il ministro della Salute, Speranza. La Uefa pretende almeno di riempire gli stadi al 20-25 per cento della capienza. La decisione è politica perché tra dieci giorni certezze non ce ne possono essere. L’Italia, se farà partire questa famosa lettera, deciderà di scommettere su se stessa. (…) C’è da capire la percentuale degli spettatori e, in caso, chi avrà diritto a entrare: sicuramente i vaccinati e forse i tamponati. Mentre, vista l’evoluzione delle varianti, i guariti dal maledetto Covid potrebbero restare fuori. L’Uefa aspetta, ma non sta ragionando sul piano B. Le lettere dovranno arrivare entro il 7 aprile: 12 giorni dopo, il 19, Nyon ufficializzerà le risposte e a quel punto svelerà il suo progetto. Chi non garantisce spettatori resterà a guardare. Chi li garantisce avrà la possibilità, successivamente, di aumentare la quota dentro gli stadi.