Federer: “Torno in campo, lontano dal tennis ero diventato l’autista di famiglia”
Un anno a casa, tra pandemia e ginocchio, gli ha fatto capire che non è il momento del ritiro: "Torno a Doha, ma in futuro voglio giocare a hockey"

Alla soglia dei 40 anni, un anno senza tennis causa pandemia e ginocchio, è bastato al più grande tennista in attività (insomma, almeno uno dei due…) per aver voglia di non smettere. Subodorando cosa gli riservi il ritiro:
“Ora ho assunto di più il ruolo di quarterback in famiglia, ero l’organizzatore. Sapevo esattamente cosa stavano facendo tutti e quattro i bambini e mi assicuravo che non fossimo in ritardo da nessuna parte. Sono diventato l’autista della famiglia. Ma sono rimasto sorpreso dal fatto che ho continuato a guardare le partite e controllare i risultati. Di solito, se non partecipo a un torneo, non lo faccio“.
Federer ha concesso un’intervista radiofonica al canale svizzero SRF e ha annunciato che tornerà in campo a Doha
“Ho pensato a lungo a quando e dove tornare. L’Australia era un po’ troppo presto a causa del mio ginocchio. Peccato. È uno dei posti in cui amo di più giocare”.
Non si perdeva gli Australian Open dal 2000. Ventuno anni fa.
“Volevo tornare in un torneo più piccolo, dove lo stress è un po’ meno. Cercherò di giocare di nuovo sulla terra battuta. Ovviamente, il tutto in vista di Halle, Wimbledon, Olympia e US Open”.
Poi dopo – prima o poi – il ritiro per davvero:
“Voglio poter andare a sciare con i bambini e con Mirka. O fare escursioni, giocare a basket o iniziare con l’hockey sul ghiaccio, ho ancora tanti sogni. Per questo ho bisogno di restare in forma, non voglio smettere che non riesco a muovermi. Non tenterò di restare patologicamente nel tour, ma voglio festeggiare ancora una volta grandi vittorie”.