Goggia: «Fermare lo sci è un danno enorme. Quest’estate non ho visto le spiagge chiuse….» 

A La Stampa: «L'anno scorso non funzionavo. Quando finisci in uno stato depressivo, ripartire è dura. Ero stanca, stanchissima, ma non volevo ammetterlo. Poi ho recuperato e ho rivisto la luce».

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Su La Stampa un’intervista  Sofia Goggia. Dopo una stagione altalenante ha ritrovato se stessa e domani ripartirà dal supergigante di St. Moritz. E’ passato un anno dall’ultima vittoria. Si dice pronta alla riscossa.

«Come un soldato, determinato come Achille che riuscì a battere Ettore: per vincere i duelli serve un mix di forza e astuzia. In gara io metto il cuore e sa cosa? Prendo tutto. Coppa e Mondiale a Cortina, la mia pista preferita. Un altro sogno. E chissà che non spunti anche un gigante… Ma non voglio pensarci troppo, procedo un passo alla volta e le rivali non mi interessano. Penso soprattutto a me stessa e ciao».

L’anno scorso, racconta,

«Non funzionavo. E a cascata non andava nulla. Ho una personalità forte e non è che per tirarmi su mi basti una parolina. Ho dovuto affrontare i miei demoni. Quando finisci in uno stato depressivo, ripartire è dura. Ce l’ho fatta, sono tornata me stessa ma è stato tosto. Ho visualizzato il problema. Ero stanca, stanchissima, ma non volevo ammetterlo. Però quando i nodi vengono al pettine fa tutto male. Poi ho recuperato e ho rivisto la luce».

Parla della bolla nello sci:

«Mah… insomma. Non è poi tanto una bolla, abbiamo un medico dedicato. Viene con noi per farci i tamponi ogni settimana ma negli hotel il pericolo esiste sempre, anche se tutte noi facciamo molta attenzione. Ma dopo le gare o gli allenamenti, torniamo a casa e il rischio resta in agguato».

Per lei, dice, non è un sacrificio eccessivo restare isolata.

«È un’occasione per stare ritirata, mi viene anche bene, esalta la mia tendenza alla solitudine. Io sono un po’ orso. Non è facile gestirsi al tempo del Covid, vedo pochissime persone, però se sbagli solo una volta sei fregata».

La Goggia parla anche della decisione del governo di fermare lo sci durante le vacanze natalizie.

«Un danno enorme per lo sci e per il settore. Un gran peccato. In pista siamo distanziati e protetti e sugli impianti abbiamo la possibilità di gestirci in modo intelligente. Penso a Bergamo, la mia città. Abbiamo sofferto e pagato prezzi altissimi ma ormai abbiamo capito come muoverci. Tutti noi giriamo con la mascherina e stiamo a distanza. E poi, scusate, quest’estate non ho visto le spiagge chiuse….».

 

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