Gazzetta – La Figc studia la ripartenza: screening sui calciatori e niente più spogliatoi

Per la Federazione la posizione di Rezza è isolata nel comitato tecnico-scientifico. Scetticismo sull'uso eccessivo di tamponi: «I calciatori sono come gli altri cittadini»

allenamento

Ieri Giovanni Rezza, membro del Comitato tecnico scientifico del Governo, ha espresso un parere negativo alla riapertura del campionato. Ma la Figc, scrive la Gazzetta dello Sport, (che non ha gradito le esternazioni dello scienziato) va avanti per la sua strada.

“Dalla Federcalcio filtra infatti un quadro diverso: la posizione di Rezza non sarebbe sposata da diversi membri del Comitato tecnico-scientifico, primo interlocutore del governo Conte“.

Alcuni esperti, come Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, sono più possibilisti. A “Otto e mezzo”, su La7 ha dichiarato:

«Se i giocatori vengono sottoposti a test continui sulle suscettibilità alla malattia e vengono tenuti i distanziamenti necessari, che è difficile, è un’ipotesi. Si sta cercando di valutare il rischio e quali siano gli strumenti per eliminarlo».

La Figc, dunque, lavora per farsi trovare pronta alla riapertura. Domani si riunirà la commissione medica, che dovrà provare a definire un percorso per la ripresa. Percorso che dovrà prevedere innanzitutto la sanificazione dei centri sportivi. Occorrerà poi effettuare lo screening sui calciatori, per la «nuova idoneità».

“Saranno effettuati test molecolari, sierologici, esami del sangue. Ma il protocollo sarà diverso per i positivi e guariti visto che c’è da valutare l’effetto dell’infezione, soprattutto sull’apparato respiratorio e cardiovascolare”.

Una criticità è rappresentata dai tamponi. Lo spiega il medico del Lecce, Giuseppe Palaia, per il quale è troppo presto maggio per riprendere.

«Ma ci sono ancora criticità. Io faccio un discorso da medico prima ancora che da medico sportivo. E ricordo che anche tre medici sociali sono risultati positivi al coronavirus. Comunque i tamponi non li compri in farmacia, li danno le unità di crisi. E i calciatori naturalmente sono cittadini come tutti gli altri».

Al centro del protocollo in esame c’è l’ipotesi del maxi ritiro. Una sorta di isolamento dall’esterno per le squadre, sia per i calciatori che per l’intero staff, almeno nella fase di ripresa degli allenamenti. Ma anche qui c’è il problema che non tutti i club hanno un centro sportivo attrezzato per questo.

La rosea scrive che, almeno in una prima fase, potrebbero non essere utilizzati gli spogliatoi.

“In una prima fase, è del tutto probabile che non si utilizzino gli spogliatoi o gli spazi comuni al chiuso. Che ognuno si faccia la doccia e si cambi per conto suo. Fra l’altro, su questo argomento, la Federazione medico-sportiva non ha ancora diffuso le sue linee guida come invece è accaduto per gli esami e le analisi da fare”.

 

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