Bartomeu: “Con Abidal tutto risolto, Messi andrà in pensione a Barcellona”
Il Presidente del Barca al Mundo Deportivo: "Setién è un talebano, ci piace. Abbiamo scelto di puntare su una rosa corta, e su questo abbiamo basato la campagna acquisti"

foto Hermann
Josep Maria Bartomeu ha una certezza: Leo Messi. “Andrà in pensione al Barcellona”, dice l’attuale presidente del Barcellona parlando con El Mundo Deportivo. La crisi tra dirigenza e squadra? “E’ tutto risolto”. E i problemi di gioco? “Setién è un talebano, ma ci piace, sono molto ottimista”.
Tra otto giorni c’è Barcellona-Napoli a porte chiuse e Bartomeu risponde sulla semi-crisi blaugrana, dal mercato alle crepe tra Messi ed Abidal:
“Abbiamo pensato di dare un nuovo impulso alla squadra con un allenatore che è venuto con un grande entusiasmo e desideroso di dimostrare il suo valore. Tutto è migliorabile, siamo in una fase di miglioramento con le nuove generazioni in arrivo, giocatori dal Barça B, e nuovi acquisti che stanno dando un nuovo impulso. Non è facile combinare talenti di casa e da fuori, con età diverse, sono soddisfatto: siamo primi in campionato e ancora in Champions League. Il miglioramento deve arrivare e arriverà”.
Eppure tutte le polemiche nascono dalla programmazione, dalla campagna acquisti e da una rosa che alla fine s’è dimostrata essere troppo corta:
“Col tecnico dello scorso anno abbiamo deciso di fare una squadra più corta, perché i giocatori che arrivano hanno bisogno delle loro opportunità. In estate e a gennaio abbiamo lavorato su questa linea. Un ritorno di Neymar? Gioca nel PSG e finora non è stato pianificato nulla”.
Sulla gestione di Messi c’è poco da dire per Bartomeu: “È il miglior giocatore del mondo, l’ho detto molte volte, Messi continuerà al Barça e Messi andrà in pensione al Barça. Non ho la sensazione che Messi sia rimasto solo. So che molti lo dicono, ma non è così. Credo che la controversia con Abidal sia chiusa”.
A proposito di allenatori: “Non potevo restare con un allenatore per tutta la storia del Barellona, molti sono passati, ma uno dei più importanti è Guardiola perché sublima il progetto e sublima il gioco, proprio come Luis Enrique, che qui ha vinto cinque titoli nel 2015. Ma io adoro Rinnus Michels. Vincere i quattro campionati con Cruyff ci ha reso fiduciosi di poter fare bene le cose. Con Rijkaard e Guardiola abbiamo appreso che non possiamo più essere perdenti, che dobbiamo essere vincitori”.