Marani: “Il calcio italiano parla del Var solo se danneggia le proprie squadre”
Su Tuttosport: «La protesta della Fiorentina non ha condotto a una valutazione dell'arbitro ma a un'ulteriore puntata della rivalita tra Fiorentina e Juventus»
Su Tuttosport: «La protesta della Fiorentina non ha condotto a una valutazione dell'arbitro ma a un'ulteriore puntata della rivalita tra Fiorentina e Juventus»
Matteo Marani, su Tuttosport, affronta il tema Var. Sostanzialmente scrive che in Italia non si assiste a un dibattito sull’applicazione del Var. Che allenatori e presidente ne parlano soltanto quando le proprie squadre vengono danneggiate e questo non favorisce un miglior uso dello strumento.
Per gli ottimisti della speranza, l’introduzione del Var avrebbe dovuto cancellare le polemiche. Basta accuse, basta sospetti. Non solo non è andata così, ma il quadro delle proteste è peggiorato. Ogni settimana scorre più veleno. Domenica l’attacco di Commisso agli arbitri che favorirebbero la Juve, giovedì uno stizzito Fonseca per i troppi cartellini collezionati dalla Roma.
E ancora:
Un paio di note a margine. La Roma non è la squadra più sanzionata del torneo, il primato spetta infatti al Bologna, vittorioso contro i giallorossi nell’anticipo di venerdì. Quanto alla Fiorentina, sconfitta 3-0 a Torino, ha trasformato una protesta contro l’arbitro Pasqua in un attacco alla Juve. Cioè quella che doveva e poteva essere una valutazione sulla prestazione generale dell’arbitro, magari per capirne le ragioni in modo da migliorare la situazione, si è trasformato in una nuova puntata della rivalità fra Fiorentina e Juve.
Prosegue Matteo Marani:
Il problema è pensare che il Var sia una bocca della verità, che produca un algoritmo finale. Non è possibile e non è nato per questo. È stato introdotto come ausilio per l’arbitro. Al punto che gli inglesi, più saggi di noi, nemmeno lo fanno vedere, lo lasciano a lavorare dietro le quinte.