De Laurentiis, gli immobiliaristi, Napoli e Lavezzi

Così la Gazzetta dello Sport riassume l’intervista che Aurelio De Laurentiis ha concesso al Mattino. Un’intervista in cui il presidente del Napoli abbozza temi interessanti (la mancanza di maturità e di coesione a Napoli per vincere lo scudetto; gli ostacoli burocratici e l’incapacità di azione. Quando parla della querelle stadio parla di una strana atmosfera, di […]

De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis

Così la Gazzetta dello Sport riassume l’intervista che Aurelio De Laurentiis ha concesso al Mattino. Un’intervista in cui il presidente del Napoli abbozza temi interessanti (la mancanza di maturità e di coesione a Napoli per vincere lo scudetto; gli ostacoli burocratici e l’incapacità di azione. Quando parla della querelle stadio parla di una strana atmosfera, di un sindaco che sembra remargli contro, ricorda che la nuova legge per gli impianti è per le società, non per gli immobiliaristi. E, ancora, il fair play finanziario e la recente squalifica del Barcellona) ma poi li alterna col mea culpa per aver parlato di scudetto quest’estate che può essere inteso anche come un segnale a Benitez: non ci sarà, come tanti avevano preventivato, lo scaricabarile sul tecnico spagnolo per non aver raggiunto l’obiettivo. Non si sbilancia su Rafa, e come potrebbe fare altrimenti?, stavolta parla di proseguimento sulla linea dell’internazionalizzazione, il che dovrebbe escludere Mihajlovic (e anche Spalletti a mio avviso) ma, si sa, quel che è vero oggi non lo sarà domani. Chiude, infine, alle fantasie su Lavezzi.         

S’inizia subito dal mercato e da nomi importanti come Balotelli e Lavezzi, accostati qua e là agli azzurri. “A che servirebbero? Siamo copertissimi in attacco – incalza il patron -, tra un paio di mesi rientra anche Insigne. Si dimentica che Lavezzi ha uno stipendio di 4,5 milioni netti all’anno e che soprattutto è stato lui a voler lasciare il Napoli: lo decise nel 2011 e noi gli chiedemmo di restare ancora un anno, nel 2012 è passato al Psg. A volte i procuratori dei calciatori si divertono a tirare fuori il nostro nome, ma noi non c’entriamo né con Lavezzi né con Balotelli”.

SCUDETTO E BILANCI — Siamo quasi a metà stagione, De Laurentiis però fa già mea culpa. “In ritiro ho sbagliato a parlare di tricolore – dice -. L’obiettivo del Napoli è essere competitivi sempre. Prima o poi lo scudetto arriverà, ma non perché arriveranno uno o due giocatori. Si vince quando c’è un fronte unico composto da squadra, società e tifoseria. Lo scudetto ci sarà quando l’ambiente sarà maturo”. Nel 2014 qualche trofeo è comunque arrivato in bacheca. “Il Napoli è la sola squadra italiana ad aver vinto due trofei nell’anno solare ed eravamo reduci da una straordinaria Champions: nel dicembre 2013 siamo stati eliminati con 12 punti, penso a cosa è accaduto nella competizione quest’anno, con la Roma eliminata e la Juve qualificata con punteggi nettamente inferiori al nostro. Abbiamo chiuso lo scorso campionato al terzo posto e siamo ora nelle prime posizioni. I conti vanno fatti alla fine: noi siamo un po’ come quel ciclista che fora una gomma e riparte in ritardo, c’è tempo per recuperare, le tappe del campionato sono 38 e non siamo neanche a metà del cammino”.

FUTURO — Gli obiettivi del 2015 sono “crescere e restare competitivi in campionato, Europa League e Coppa Italia dopo aver festeggiato la Supercoppa. In campionato c’è già un distacco rispetto a Juve e Roma, ma andiamo avanti con fiducia. Con l’obiettivo di vincere tutte le partite e senza avere paura di nessuno, come dice Benitez. Non siamo scontenti, ma scontentissimi quando non vinciamo o pareggiamo su campi non proibitivi”. Calda in città anche la questione stadio. “Entro gennaio riceveremo una stima della salute del San Paolo ed entro febbraio una valutazione dei costi degli interventi da effettuare”. 

CONCLUSIONE — L’analisi di De Laurentiis si chiude con una valutazione sul 2014 e su Rafa Benitez. “È stato un anno positivo. Abbiamo mantenuto una società con i conti in ordine ed è contemporaneamente proseguito il processo di crescita”. Mentre sul tecnico le idee sono chiare. “Il suo contratto era di due anni, mi auguro che voglia restare perché dare continuità a un progetto tecnico e societario è la soluzione migliore. Sapremo tutto tra qualche mese. Ma una cosa è certa: la mentalità internazionale, che io ho voluto proporre affidando la guida della squadra a Benitez, non cambierà, proseguiremo su questa linea che è diventata un nostro principio”. (gazzetta.it)

Il sito iamnaples riporta l’intervista integralmente. 

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