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CorSera: gli allenatori esonerati sono capri espiatori per mascherare gli errori di società e giocatori

Siamo già a sette cambi in panchina, in Serie A, un record europeo. In alcuni casi inevitabili, in altre un capriccio dei presidenti. Una tendenza che assomiglia a una regressione

CorSera: gli allenatori esonerati sono capri espiatori per mascherare gli errori di società e giocatori

Sul Corriere della Sera, Carlos Passerini scrive della nuova tendenza italiana (ma non solo), quella di esonerare gli allenatori. In Serie A sono già sette gli esoneri di tecnici. Un record europeo, con una media di uno ogni due giornate.

Nessun campionato tra i primi cinque del continente ha gli stessi numeri.

“In Premier siamo a quota 6 cambi, in Liga spagnola 5 come in Bundesliga, solo 3 in Ligue1 francese.  Per fare di peggio occorre risalire al 2010-11, quando dopo 15 giornate i coach licenziati erano 8, uno in più”.

Come mai una tale inversione di tendenza?

Secondo Ottavio Bianchi dipende dall’incertezza del campionato, in cui non c’è più una sola squadra che corre davanti a tutte ma diverse che rincorrono l’Europa e in cui nessuna squadra si è ancora rassegnata alla B. Ma c’entrano anche i soldi:

“Per qualche anno, dopo la crisi, le società avevano smesso di licenziare al primo risultato sbagliato, ma era semplicemente perché mancavano i soldi, bisognava stare attenti. Adesso che il giro d’affari sta aumentando, il vecchio malcostume è tornato”.

Soprattutto, però, Bianchi dice che la questione è sempre la stessa:

“l’incapacità dei dirigenti”.

Più o meno quanto aveva dichiarato qualche giorno fa Allegri in un’intervista rilasciata a Mario Sconcerti. L’ex tecnico bianconero disse:

Cosa manca in Italia? I dirigenti“.

Ovvio che le situazioni sono diverse, scrive Passerini. In alcuni casi, come per il Milan, era inevitabile cambiare. Ma in altri si tratta solo di un capriccio del presidente, come per il Brescia e Corini, poi richiamato al suo posto.

“la legge del precariato vale per tutti, non è una questione di vecchi o nuovi, di esperti o acerbi. Se non vinci, vai via: semplice. Come se la colpa fosse sempre e solo dell’allenatore”.

Una tendenza ormai globalizzata. Come dimostra il caso di Pochettino al Tottenham o quello di Emery all’Arsenal.

Secondo Alessandro Altobelli,

“un capro espiatorio fa sempre comodo, a tutte le latitudini, serve a mascherare errori di società e giocatori”.

Sembrava che fosse arrivata una svolta, conclude Passerini.

“La fine del calcio dei padroni, l’inizio del calcio dei manager, sembravano aver segnato la svolta. Il progetto davanti a tutto. Ora, questa inversione. Che somiglia tanto a una regressione”.

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