Il Napoli sa anche difendersi

Se il Milan ha giocato la migliore partita della stagione e il Napoli la “peggiore” delle quattro in campionato, e il Napoli ha battuto il Milan, qualcosa gira nel verso giusto. In una gara in cui non ha sfoderato, o potuto sfoderare il solito possesso-palla, tenendo in pugno il match, e non ha avuto al […]

Se il Milan ha giocato la migliore partita della stagione e il Napoli la “peggiore” delle quattro in campionato, e il Napoli ha battuto il Milan, qualcosa gira nel verso giusto. In una gara in cui non ha sfoderato, o potuto sfoderare il solito possesso-palla, tenendo in pugno il match, e non ha avuto al meglio soprattutto Hamsik e Insigne, il Napoli è riuscito a condurre positivamente in porto il confronto di San Siro (dove non vinceva da 27 anni).
E’ vero che al Milan mancava più di un giocatore, ma la squadra di Allegri, superato lo choc dell’inizio fulminante degli azzurri, ha replicato con grande energia grazie a un centrocampo muscolare che ha messo a dura prova il Napoli nel controllo della metà campo. Zuniga è rimasto arretrato (più avanti nella ripresa) per ostruire il corridoio dove avanzava Abate (Insigne in non grande salute arrancava nel recupero sul terzino milanista perdendo poi lo spunto in attacco), Albiol e Britos hanno dovuto spazzare l’area costruendo meno del solito, Mesto è stato un saldissimo difensore bloccando sulla sua fascia le iniziative di Matri, Muntari e Balotelli, spingendosi poco in avanti.
Il Napoli si è dovuto difendere per la prima volta. Più che Napoli-Milan è stata la sfida Reina-Balotelli. L’attaccante rossonero ha concluso sette volte, ha colpito una traversa, si è fatto parare un rigore e, per il resto, Reina ne ha sventato le altre conclusioni (fantastica la deviazione in angolo sotto la traversa). Higuain ha concluso solo tre volte, ma, al pari di Balotelli, ha impegnato costantemente la difesa rossonera ed è stato decisivo. Se Reina e Higuain sono stati la “a” e la “zeta” del successo azzurro, Behrami col suo pressing feroce è stato il dominatore a centrocampo dove la mobilità di Poli e Muntari più l’arretramento fra le linee di Balotelli hanno rappresentato un continuo stato di allarme.
Il Napoli, dunque, sa anche difendersi se l’avversario ruba l’iniziativa. Lo fa senza gli affanni antichi, ma con una buona copertura del campo e con una barriera mobile al limite dell’area. Reina, dalla rilevante personalità internazionale, è diventato il regista della difesa che mancava. A sprazzi è stato un Napoli spettacolare come consentivano le energie residue del match di mercoledì contro il Borussia. Benitez ha azzeccato il turn-over (solo Mesto e Dzemaili per Maggio e Inler) e anche questa è una novità rispetto alle passate alchimie e ai turn-over sbagliati (però, oggi, la “rosa” ha più qualità).
E’ evidente che alcuni azzurri (Hamsik e Insigne soprattutto) hanno bisogno di ricaricare le batterie (Callejon se la cava sempre). Il Sassuolo, avversario per l’intermezzo del campionato di domani sera, consente avvicendamenti più marcati. Benitez chiederà consiglio all’almohada (cuscino) come ha simpaticamente detto prima della gara di Milano (deciderò la formazione prima di addormentarmi). Prosegue la guida “sdrammatizzante” del tecnico spagnolo, uno dei segreti non più segreti del nuovo Napoli, una squadra che ha preso gusto al gioco e sa come muoversi in ogni circostanza. Fila in testa con la Roma (il 20 ottobre all’Olimpico il confronto diretto), inseguono Inter, Fiorentina e Juventus. E’ il campionato delle “cinque sorelle”. Mancano all’appuntamento di vertice Milan e Lazio.
MIMMO CARRATELLI

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