Grazie a Flick il Barcellona è tornato irrazionale e magico, il Camp Nou sembra di nuovo Disneyland (El Paìs)
"Non è il tipico straniero che afferra il contesto in due weekend; anzi, non capisce nulla e si rifiuta di lasciarsi travolgere dalle maree emotive di un popolo che esige sensazioni prima di ragionare"

Barcelona's German coach Hans-Dieter Flick looks on during the UEFA Champions League 1st round day 1 football match between AS Monaco and FC Barcelona at the Louis II Stadium in the Principality of Monaco on September 19, 2024. (Photo by Miguel MEDINA / AFP)
“C’è qualcosa nel nuovo Camp Nou che ricorda Disneyland“, scrive El Paìs. “Ma non la Disneyland delle brochure ufficiali, con Topolino e Minnie sorridenti come impiegati pubblici durante i turni pomeridiani e i supereroi Marvel – le nuove principesse del parco – a metà tra la promessa di esperienze immersive e la difesa del contratto collettivo. Ciò che questo stadio appena inaugurato evoca è l’immaginario dei bambini di Disneyland ben prima che i loro genitori commettano il sacrilegio di organizzare la loro prima visita: un territorio libero da spiegazioni razionali, un regno magico dove le leggi della fisica si piegano alle emozioni più pure e dove ogni angolo nasconde un miracolo pronto a essere esplorato attraverso le orecchie di topo. Quello stato di ritrovata credulità, di eccitazione sconfinata, è stato riattivato tra i tifosi con la stessa semplicità con cui si accende l’interruttore della luce sulle scale quando si torna a casa”.
Insomma, il Barcellona spensierato di Flick, piace un sacco al Paìs: “Il merito di aver fatto tornare il Camp Nou a essere un luogo dove tutto sembra possibile spetta, quasi esclusivamente, a una squadra determinata a ricordarci cos’è la felicità nel calcio: un’emozione primordiale che sfugge a grafici e analisi strutturali”.
“Questa felicità nasce dall’identificazione con la propria gente, dal cameratismo tra i giocatori, da quella grazia imprevedibile che si diffonde come un raffreddore, e da un pizzico di follia che non compare in nessun libro di auto-aiuto: nessun editore o fondo di investimento può rivendicarla come proprietà intellettuale”.
“Al centro di tutto c’è Hansi Flick: il tedesco più mediterraneo della storia recente, quasi un personaggio perso nella tipica pubblicità estiva della birra del paese. Il suo non è un adattamento qualunque. Non è il tipico straniero che afferra il contesto in due weekend; anzi, non capisce nulla e si rifiuta di lasciarsi travolgere dalle maree emotive di un popolo che esige sensazioni prima di ragionare”.
Perché “il Barcellona è un club che vive con la certezza che tutto andrà storto, anche quando le cose vanno bene. Interpreta ogni gesto come un sintomo di una catastrofe imminente e, in generale, sembra sentirsi più vivo nell’ombra che sotto i riflettori”. Ma Flick “ha smantellato all’istante tutte le teorie del complotto, le stressanti letture del lunedì mattina e le tempestose previsioni per il fine settimana”.











