Caso Diarra, pronta una class action dei calciatori: “La Fifa non ha cambiato nulla, vogliamo nuove regole e i risarcimenti”

Le Monde: dalla sentenza non è successo niente. Justice for Players sostiene che tutti i calciatori tra il 2002 e il 2024 siano stati danneggiati. In gioco ci sono miliardi di euro

Diarra fifa

Paris Saint-Germain's French midfielder Lassana Diarra jokes during a training session at the Stade de France in Saint-Denis, northern Paris, on May 7, 2018 on the eve of the French Cup final football match between Paris Saint-Germain (PSG) and Les Herbiers. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Trent’anni dopo la sentenza Bosman, che nel 1995 ha cambiato il mercato dei trasferimenti, il calcio torna sotto accusa. Come riporta Le Monde, la fondazione Justice for Players prepara una class action contro la Fifa per ottenere risarcimenti e nuove regole.

Tutto nasce dal caso Lassana Diarra e dalla relativa sentenza: le sanzioni subite dall’ex giocatore sono state giudicate contrarie alle norme europee su libera concorrenza e circolazione. L’associazione sostiene che tutti i calciatori tra il 2002 e il 2024 siano stati danneggiati. In gioco ci sono miliardi di euro.

Riporta Le Monde:

“Il 15 dicembre 1995 la Corte di giustizia delle Comunità europee prese la decisione di liberalizzare il mercato dei trasferimenti. Trenta anni esatti dopo la sentenza Bosman, la fondazione Justice for Players si appresta a presentare un’azione collettiva contro la Fifa per costringerla a versare dei risarcimenti.

Questo ricorso collettivo si inserisce nel solco del caso Diarra. Fondata nel 2025, l’associazione farà causa alla Fifa e a cinque federazioni calcistiche (Paesi Bassi, Belgio, Germania, Danimarca e Francia) per cambiare i regolamenti e ottenere riparazioni finanziarie. Sono in gioco diversi miliardi di euro di danni legati al diritto della concorrenza”.

Caso Diarra

Il caso riguarda l’ex nazionale francese Lassana Diarra, che aveva contestato le sanzioni inflittegli per aver tentato di firmare con un club mentre era ancora sotto contratto con un altro. Il regolamento sullo status e sul trasferimento dei calciatori è stato dichiarato incompatibile con i principi europei di libera circolazione e libera concorrenza.

Ha spiegato a Le Monde Dolf Segaar, avvocato di Justice for Players:

«Tutti i calciatori professionisti che hanno giocato tra il 2002 e il 2024, ancora in attività o già ritirati, sono stati vittime del sistema dei trasferimenti e possono unirsi a questa azione»

Due pesi e due misure?

Il presidente dell’Unfp (Unione Nazionale dei Calciatori Professionisti), David Terrier, commenta: «La Fifa non ha cambiato nulla, soprattutto nel suo modello di governance. Avvia consultazioni e poi prende decisioni in modo unilaterale. Continua ad agire come se fosse uno Stato a sé stante, quando invece è un organismo di diritto privato che dovrebbe instaurare un processo con le parti sociali per creare una convenzione collettiva».

Conclude Le Monde: finalmente il calcio ai calciatori?

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