Spalletti: «Yildiz somiglia a Kvara e ha caratteristiche simili»
In conferenza: «Non è un’alibi giocare ogni 3 giorni, bisogna farla finita – parlo dei miei giocatori – di dire che abbiamo giocato 3 giorni. Ho parlato di lottare per lo scudetto, non di vincerlo. C’è differenza»

Db Reggio Emilia 09/06/2025 - qualificazioni Mondiali 2026 / Italia-Moldova / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
L’allenatore della Juventus, Luciano Spalletti, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa alla vigilia del match dell’Allianz Stadium contro i campioni portoghesi di Rui Borges
La conferenza di Spalletti
«Per quel che riguarda l’altra sera, sono stato contento di aver fatto determinate scelte, perché mi hanno restituito delle informazioni per poter progredire con il lavoro, per poter parlare con i calciatori e per poter andare avanti. È un partita difficilissima perché lo Sporting è una squadra che sa giocare a calcio. Da quando c’è Borges è una squadra che ha fatto vedere di saper stare in campo, di avere un’idea di gioco ben precisa. Nonostante che poi uno non riesca a codificarla se la guarda bene, perché è un po’ una caratteristica del calcio portoghese. Ma loro sono bravissimi a fare queste sostituzioni dei ruoli di questo e di quel calciatore; quella zona di campo è occupata, ma ci può venire chiunque, poi hanno questa qualità sulla trequarti nello stretto nel palleggiare che è un’insidia per tutti».
Spalletti parla ora del ruolo di Yildiz: «Un punto di partenza è domandare all’altro dove si sente bene, cosa gli piacerebbe io facessi per lui. Quando si domanda a lui, dice che gli piace interpretarla un po’ quella posizione di centro-sinistra o spigolo sulla fascia. Van bene tutte e due, perché è bravo se gioca più da seconda punta, sull’esterno. Quello che può disturbarlo un po’ sono i rientri di 100 metri. Le squadre forti si adattano a fare anche questo. La tecnica è ‘ti faccio vedere chi sono’, la spallata è perché ti faccio vedere dove voglio passare».
L’obiettivo della Juve di Spalletti
«Ho parlato di lottare per lo scudetto, non di vincerlo. C’è differenza tra giocare per lottare e giocare per vincere. Avendo questo nome, questa storia con la quale confrontarci, ma davvero sono l’allenatore della Juventus? Ci fa bene farlo, poi uno deve essere disponibile a fare sempre di meglio. Finché la matematica non ce lo vieta, dobbiamo ambire a lottare per qualsiasi cosa. Allo slogan della Juve aggiungerei ‘oltre la fine’, per lottare per qualsiasi cosa».
La vittoria di Cremona?
«È merito esclusivo dei calciatori perché io non c’ho messo mano. Erano stati attenti alle richieste fatte e poi sono stati un blocco squadra, difficilmente lunghi. Oggi c’è stato un allenamento in più, ci siamo parlati. Ma quello che mi fa veramente piacere sono gli occhi con cui mi guardano: questo per me è fondamentale e racconta qualcosa della voglia dei giocatori di fare bene. Loro sono un buon gruppo calcistico».
A Spalletti viene chiesto se la Juve abbia ansia di vincere: «È una fortuna giocare la Champions League, è la suite del calcio, la lounge del calcio. Se il calcio fosse un Grand Hotel la Champions sarebbe la sua suite. Per giocare questa competizione dobbiamo avere un’idea propria di quello che è essere squadra. Dobbiamo avere un’idea di essere squadra, e dobbiamo proteggerla. Si passa da lì, bisogna avere il coraggio di scegliere ciò che vogliamo fare. Di solito si ha sempre 3 possibilità: la scelta corretta, la scelta sbagliata e l’incertezza di cosa voglio fare. L’incertezza è la cosa peggiore. Non è un’alibi giocare ogni 3 giorni, bisogna farla finita – parlo dei miei giocatori – di dire che abbiamo giocato 3 giorni. Non abbiamo scappatoie, andare lì dentro ed essere curiosi di ciò che facciamo. Se scegliamo delle cose vedremo dove portare il discorso e quale comportamento avere».
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Sulle regole che ha dato ai suoi giocatori:
«Ho ragazzi che si impegnano e lavorano nel modo giusto, quando ho iniziato in panchina facevo queste regole, ma i calciatori scoprivano l’inganno per alcune di queste. La regola migliore è sempre il buon senso e la Juve ha sempre avuto regole. I giocatori spesso mi hanno insegnato tante cose, l’essenziale e avere voglia e usare bene il tempo“.
Come sta Yildiz e se gli ricorda qualche suo vecchio calciatore: «Sarà a disposizione. Io sono stato fortunato e ho avuto qualche grande giocatore, sicuramente Kvara gli somiglia e ha caratteristiche simili. Quello che ha avuto meno visibilità di quelli che ho allenato è stato Di Natale che tirava fuori delle robe in allenamento e in partita. Ora con i video rivedo delle giocate bellissime. Yildiz è uno di quelli che in fondo alla stagione ci riempie Instagram tutti con belle giocate».
Sul momento psicologico della squadra: «Quando non sei supportato dall’entusiasmo, dallo star bene non accompagnato da un risultato positivo, ribaltare questa roba lì è pesante. Ti impegni e non porti niente a risultato fatto e la testa si appesantisce. La struttura è quella di non essere uomo forte, il livello in cui dobbiamo andarci a comportare da super top, extra top, è roba che va al di là. Il fatto che ora abbiamo vinto due partite e i giocatori lo han fatto da soli, ci mette in condizione di giocarcela alla pari con lo Sporting».
Poi Cambiaso e Vlahovic: «Sono due giocatori fondamentali per la nostra squadra. Cambiaso è modernissimo e non ci sono più ruoli prestabiliti. Deve diventare più bravo di testa, ma troviamogli un difetto. Vlahovic sa bene cosa ci si aspetta, conosce l’ambiente della Juventus. E lui sarebbe felicissimo di rimanere qua, vuole giocare partite come queste e ha dato risposte splendide sotto tutti gli aspetti. Non è disturbato dal contratto».











