Serginho: «A Istanbul avremmo perso la finale di Champions anche se avessimo giocato per una settimana intera»
Alla Gazzetta: «Lo dicemmo pure a Carlo: “Mister perdiamo, è stregata”. E infatti dal dischetto sbagliammo io,Pirlo e Shevchenko»

La Gazzetta dello Sport ha intervistato Serginho, calciatore brasiliano, ex Milan, «non mi abituerò mai a parlare della morte di mio figlio. È un dramma che ha messo in discussione ogni certezza. Da un anno la mia vita è stravolta». Nell’agosto del 2024 suo figlio Diego è morto: «È il dolore più forte che un essere umano possa sopportare. Oggi vivo per lui, sono sicuro che ci aspetta un’altra vita in cui staremo insieme per sempre».
È successo tutto in fretta, anche le cause a lungo non sono state chiare…
«Aveva un dolore alla spalla, ma non capivamo. Era un atleta, faceva Ju Jitsu. Gli facemmo fare delle analisi, erano perfette. Poi, in un paio di settimane, è peggiorato. Ma quasi improvvisamente. So che la colpa è del fumo:passava tutto il giorno a “svapare” con la sigaretta elettronica. Era diventato un vizio».
Il racconto del suo arrivo in Italia al Milan con Zaccheroni.
Zaccheroni, l’inizio con lui non fu facile…
«Un incubo! Passavamo almeno mezz’ora a fare sedute di tattica. Io mi chiedevo “ma quando lo usiamo il pallone?”. Allenamenti in cui facevamo 11-0, cose per me inconcepibili. Ero triste, soffrivo il freddo e volevo andare via».
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Poi è arrivato CesareMaldini ed è cambiato tutto.
«Devo ringraziare lui e Ancelotti. Maldini mi ha salvato la carriera:mi diceva di pensare solo ad attaccare, con lui vincemmo 6-0 il derby. Io ero sempre il migliore in campo. Poi è arrivato Carlo e la musica è cambiata definitivamente. Eravamo una squadra incredibile, la più forte del mondo in quegli anni».
Negli anni vi siete tolti tante soddisfazioni. Grandi vittorie e due Champions alzate, che potevano essere tre…
«Io sono dell’idea che a Istanbul avremmo perso anche se avessimo giocato per una settimana intera. Era una serata maledetta, irreale. La parata che Dudek fece sul tiro di Sheva è sovrannaturale, ne ho parlato anche con lui anni dopo. In panchina, già prima dei rigori, eravamo demotivati e sicuri che sarebbe andata male. Lo dicemmo pure a Carlo: “Mister perdiamo, è stregata”. E infatti dal dischetto sbagliammo io,Pirlo e Shevchenko, i tre migliori tiratori dagli undici metri. Fu una questione mentale, non tecnica. O se vuole di stregoneria…».











