La psicologia nel calcio è ancora a un livello superficiale, simbolico, è ferma a slogan e discorsi (Athletic)
“Se un sistema crolla quando salgono le emozioni, non è un fallimento tattico: è psicologico”. Arteta è uno dei più innovativi (con Klopp). Make It Happen è la filosofia che sta trasformando l’Arsenal

Mg Milano 06/11/2024 - Champions League / Inter-Arsenal / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Mikel Arteta
La psicologia nel calcio è ancora a un livello superficiale, simbolico, attraverso slogan e discorsi (Athletic)
Nello spogliatoio dell’Arsenal sono comparse sciarpe con lo slogan “Make it happen” che sintetizza l’approccio motivazionale di Arteta che usa simboli, rituali e analogie per rafforzare identità e convinzione della squadra. Obiettivo: vincere la Premier League. Gli esperti spiegano che questi stimoli creano energia ma diventano efficaci solo se supportati da un sistema psicologico strutturato, capace di guidare il comportamento sotto pressione. Arteta, come altri allenatori d’élite, cerca ispirazioni esterne per migliorare comunicazione, mentalità e prestazioni. Il vero salto di qualità, dicono gli psicologi, arriva quando la mentalità diventa metodo: misurabile, quotidiano e integrato nel gioco. Lo scrive The Athletic.
La sciarpa dopo la vittoria sul Tottenham per 4-1 è apparsa dovunque: appesa nello spogliatoio, sollevata dai giocatori in campo dopo il triplice fischio e perfino al collo del difensore infortunato Gabriel, seduto dietro la panchina dell’Arsenal. “È stato il tema della partita: make it happen”, disse Arteta dopo la vittoria per 3-0 contro il Real Madrid negli ottavi di Champions League. “Poi devi farlo accadere. Devi avere quella mentalità e quella convinzione che le cose possano succedere”. Lo slogan sembra aver funzionato di nuovo domenica e, per il tecnico dell’Arsenal, è un’altra conferma dei suoi metodi motivazionali che avevano suscitato qualche perplessità quando furono mostrati nella docuserie All Or Nothing di Amazon Prime, dedicata alla stagione decisamente meno brillante del 2021-22.
Il discorso della lampadina di Arteta per spiegare la connessione ai giocatori dell’Arsenal
Tra questi metodi – prosegue Athletic – c’era il famoso episodio della lampadina portata da Arteta nello spogliatoio come oggetto simbolico in un discorso sulla “connessione” necessaria per generare energia; discorso concluso con un deciso: “Andate là fuori e accendete quella fottuta luce e giocate a calcio”. Oppure quando chiese ai giocatori di chiudere gli occhi e strofinare i palmi delle mani mentre descriveva ciò che sarebbe accaduto nella partita contro il Leicester: “Dopo vi prenderete per mano e creeremo una bolla con l’energia con cui giocheremo lì”. Forse il più celebre di tutti resta l’episodio in cui Arteta fece diffondere l’inno del Liverpool You’ll Never Walk Alone dagli altoparlanti attorno al campo di allenamento, per preparare la squadra alla partita di Anfield.
La psicologia vale ma deve essere costante e supportata dalla preparazione
Lo scetticismo è comprensibile: la psicologia nel calcio è ancora una disciplina giovane. Lo psicologo della performance James A. King, che conduce il podcast Accelerating Excellence, paragona la psicologia calcistica del 2025 alla nutrizione calcistica prima dell’arrivo di Wenger nel 1996: “Sappiamo che conta, ma non è ancora stata industrializzata nella pratica quotidiana”.
“Molto di ciò che stiamo vedendo in questo momento nel calcio è la psicologia a livello superficiale: simbolismo, slogan, discorsi emotivi. Ciò può creare credenza ed energia, ma la vera psicologia è sistemi che cambiano il comportamento sotto pressione.
L’ex tecnico del Liverpool Jürgen Klopp invitò il surfista d’onda gigante Sebastian Steudtner a parlare con la squadra durante il ritiro pre-campionato del 2019, stagione in cui il club vinse il suo primo titolo dopo 30 anni. Steudtner fece anche un test: tenere il fiato sott’acqua il più a lungo possibile. I risultati andarono da 10 a 90 secondi. Quando trasformò l’esercizio in una competizione, una coppia arrivò quasi a quattro minuti. “C’è una grande pressione – spiegò Steudtner a Liverpoolfc.com – ma se ti concentri al 100% sul compito puoi farcela, è lo stesso sott’acqua. Se pensi solo: ‘Voglio respirare, voglio uscire, sono a disagio’, allora vai nel panico e non rendi. Ma se ti rilassi e ti concentri, e aggiungi la spinta competitiva, all’improvviso arrivano quei quattro minuti. È qualcosa che puoi applicare a tutto”.
“Se un sistema crolla quando salgono le emozioni, non è un fallimento tattico: è psicologico”, dice King. “Simboli e slogan creano convinzione, ma non sono il traguardo. Ciò che manca è un sistema che condizioni il comportamento sotto pressione, misuri la performance mentale e costruisca l’identità nell’esecuzione. Richiede formazione, dati e metodi di lavoro, non solo discorsi.”.











