La Premier League introduce il tetto salariale ma boccia il tetto di spesa massimo (Guardian)

La paura di una causa del sindacato calciatori e l'opposizione dei due club di Manchester ha impedito che fosse approvato il provvedimento

Haaland City-Arsenal premier league

Arsenal's Brazilian defender #06 Gabriel Magalhaes (L) fights for the ball with Manchester City's Norwegian striker #09 Erling Haaland during the English Premier League football match between Manchester City and Arsenal at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on March 31, 2024. (Photo by Darren Staples / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /

Giornata importante per il calcio inglese. I club di Premier League si sono riuniti a Londra per prendere decisioni cruciali su tre temi riguardanti il versante economico. Alla fine, hanno scelto di approvare l’introduzione del tetto salariale e della legge sulla sostenibilità (a partire dalla stagione 2026-2027), e di bocciare invece l’introduzione del tetto di spesa massima complessiva. Ne parla il Guardian.

Mini-rivoluzione in Premier League

Il Guardian comincia soffermandosi sulla proposta bocciata: “Il sistema avrebbe vincolato avrebbe vincolato la spesa dei club della lega a un multiplo dei ricavi guadagnati dalla squadra ultima in classifica nella stagione precedente, in pagamenti centrali trasferiti dalla lega. Il piano è stato a lungo osteggiato dai due club di Manchester e la votazione ha portato a 12 voti contrari e 7 favorevoli, con l’astensione del Burnley (…) Il provvedimento era stato oggetto di un attento esame nelle ultime settimane, con la Professional Footballers’ Association e le agenzie dei giocatori che hanno minacciato la possibilità di azioni legali in caso di introduzione della regola. Questo potrebbe essere stato un fattore determinante nel voto decisivo contro le misure, sebbene si dica che i club nutrano crescenti preoccupazioni riguardo all’imposizione di un limite assoluto alla spesa”.

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Il Guardian sottolinea poi che c’è stata meno divisione sugli altri temi all’ordine del giorno: “L’introduzione del tetto salariale sancisce che dalla prossima stagione i club potranno spendere non più dell’85% dei loro ricavi calcistici e dell’utile/perdita netta derivante dalla vendita dei giocatori per le spese in campo, che includono i compensi per i trasferimenti e gli stipendi dei giocatori. Se i club superano l’85%, noto come “soglia verde”, saranno soggetti a una multa. Il superamento di una “soglia rossa”, ovvero del 115% della spesa, comporterà una sanzione sportiva, molto probabilmente la detrazione di punti”.

Quanto invece alla misura sulla sostenibilità. “È stata approvata all’unanimità. Sarà composta da tre test progettati per valutare la sostenibilità di un club nel breve, medio e lungo termine. Le squadre dovranno dimostrare di avere liquidità sufficiente a coprire i costi della stagione in corso e gli “imprevisti” fluttuazioni”, mentre un test di liquidità garantirà anche la capacità di gestire “una serie di shock finanziari inerenti al settore”, uno dei quali è la retrocessione. Un terzo test esamina il livello di indebitamento di un club con un’ottica a lungo termine e potenziali cambiamenti sistemici nel settore, come un calo dei ricavi dai diritti media”.

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