Zidane: «Quando giocavo bene l’avvocato Agnelli mi chiamava alle 6 del mattino per farmi i complimenti»
Al Festival dello Sport: «Sono arrivato dalla Francia, in cui il calcio era bello ma non come alla Juve. A Torino ho sentito che bisognava solo vincere, sempre. Sia in casa che in trasferta».

As Roma 11/08/2019 - amichevole/ Roma-Real Madrid / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Zinedine Zidane
Zinedine Zidane si è raccontato anch’egli al Festival dello Sport di Trento, dopo altre personalità come Luciano Spalletti, ex allenatore del Napoli e della Nazionale. Tra i suoi racconti c’è un aneddoto particolare sull’avvocato Agnelli e i suoi tempi alla Juventus
«Gli anni lì sono stati bellissimi. Sono arrivato dalla Francia, in cui il calcio era bello ma non come alla Juve. A Torino ho sentito che bisognava solo vincere, sempre. Sia in casa che in trasferta. La cosa che mi è rimasta maggiormente dell’avvocato Agnelli è che quando giocavo bene mi chiamava alle 6 del mattino per farmi i complimenti. Lui era un signore, si vedeva che era un appassionato di calcio».
Un pensiero di Zidane su Alessandro Del Piero?
«Era bravissimo, uno dei giocatori più forti in Italia. Ho avuto la fortuna di giocare 4-5 anni con lui e con tanti altri. Avevamo veramente una bella squadra, ma Del Piero aveva qualcosa di particolare».
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Perché è così difficile vincere la Champions League?
«La Champions è complicata da vincere. Noi siamo arrivati due volte in finale perdendo, non so a cosa fosse dovuto. Dipende anche dalla società, da quello che si vuole fare: per vincere la Champions ci vuole tanto».
E il tuo futuro? Tornerai presto in panchina?
«Sicuro tornerò ad allenare. Io alla Juventus? Non so perché non sia successo. Ce l’ho sempre nel cuore, perché mi ha dato tanto. In futuro non lo so, un mio obiettivo è allenare la nazionale francese. Vedremo».
Quale è stato il giocatore più forte con cui ha giocato?
«Ronaldo che va bene quello che faceva in campo la domenica. Quello che faceva in allenamento era pazzesco, quello era vero calcio e lui faceva delle cose. Lui ti diceva “adesso ti faccio due cagne” e lui faceva due cagne. Cagne sono due tunnel. Ti diceva “sì, mi fuor incazzare? Adesso ti faccio due tunnel”».