Prandelli: «Tudor faccia come Bearzot nell’82 e Vlahovic deve essere titolare, sempre»

Alla Gazzetta: «Non ha il campionissimo, deve far crescere la squadra. Come? Responsabilizzando i giocatori. Yildiz capitano al Bernabeu è un segnale positivo».

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Db Firenze 21/03/2021 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cesare Prandelli

Cesare Prandelli, ex ct della Nazionale italiana ed ex calciatore della Juventus, ha commentato la gestione di Igor Tudor dei bianconeri in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

L’intervista a Prandelli

«Se non hai il campionissimo, devi far crescere la squadra».

Prandelli, dovesse spiegare il concetto con un esempio pratico?

«Il primo pensiero è l’Italia Mundial del 1982. Il ct Enzo Bearzot non aveva un campionissimo, ma è riuscito a costruire una squadra con una eccezionale personalità e un carisma straordinario. Ma gli esempi sono tanti in giro per l’Europa. Tudor è bravo e ha sempre dimostrato leadership tanto in campo quanto in panchina: senza fenomeni, deve trasformare i giocatori dal punto di vista della mentalità e costruire una squadra dinamica».

Come può riuscirci?

«Responsabilizzando maggiormente i giocatori e trasmettendo ancora più fiducia a ognuno di loro. La mentalità della Juventus deve essere quella di fare sempre la partita. Yildiz capitano al Bernabeu contro il Real è un segnale positivo e va in questa direzione. Il turco è giovane, però è il potenziale campione più puro della Juventus: Tudor fa bene a farlo sentire ancora più importante e trascinatore».

Il Milan a livello di mentalità e leadership ha svoltato con il 40enne Modric: alla Juventus sarebbe stato lo stesso?

«Modric lo avrei visto bene alla Juventus e in qualsiasi squadra, anche a 40 anni. Parliamo di un fuoriclasse, è un giocatore che vuole la palla e trascina i compagni con i suoi atteggiamenti».

I nomi più chiacchierati per la Juventus sono Tonali (Newcastle) e Maignan (Milan) a parametro zero. Sensazioni?

«Tonali non è Modric, però avrebbe tutto per prendere in mano una big come la Juventus: non so se sia possibile, certamente sarebbe un gran colpo. E Maignan possiede un carisma strabordante, del resto è il portiere titolare del Milan e della Francia. Però la Juventus possiede già uomini di valore e con ampi margini di miglioramento. Adesso manca la convinzione di essere forti. Tudor non ha ancora individuato l’idea giusta, ma merita fiducia perché la prova di Madrid è un segnale incoraggiante. Mi aspetto meno rotazioni e un undici tipo costante. Per crescere avrebbe bisogno di Giorgio Chiellini con un ruolo ancora più centrale e determinante all’interno della dirigenza. Chiellini dovrebbe essere per la Juventus quello che Paolo Maldini è stato per il Milan campione d’Italia di Pioli».

Quanto è complicato per un allenatore concentrarsi sul lavoro senza pensare alle voci degli eventuali successori in panchina?

«L’allenatore difficilmente si fa turbare dai rumors, è consapevole che fanno parte del calcio quando non si vince. Quelli che si fanno influenzare maggiormente sono i giocatori, che leggono e si chiedono: ma il tecnico resterà o andrà via? La Juventus, come tutte le squadre, ha bisogno di tranquillità e serenità per ripartire».

Ai tre centravanti di Tudor (Vlahovic, David, Openda) cosa serve per interrompere il digiuno e tornare a segnare?

«Fiducia e meno rotazioni. Vlahovic deve essere sempre titolare, mai avuto dubbi. Anche David e Openda sono ottimi attaccanti, però a entrambi va dato il tempo di ambientarsi nella Juventus e in Serie A».

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