Lecce-Napoli, rigore assegnato dopo tre minuti di esame autoptico. Quel che si dice un «chiaro ed evidente errore»

Condò sul Corsera scrive che il rigore è stato assegnato dopo che la quinta telecamera in ordine di apparizione ha isolato il frame di un pallone che tocca una mano leggermente fuori dalla figura.

Lecce-Napoli rigore

Ci Lecce 28/10/2025 - campionato di calcio serie A / Lecce-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: rigore Francesco Camarda

Il Napoli di Conte è tornato a vincere anche in trasferta e lo ha fatto in casa del suo allenatore a Lecce. Una partita sporca, difficile e tutt’altro che scontata sopratutto quando l’arbitro assegna un rigore ai padroni di casa. Per fortuna ci pensa Milinkovic Savic.

Paolo Ondò sul Corriere della Sera ha commentato questa vittoria del Napoli e anche il lavoro certosino del var per assegnare il rigore

“Non c’era niente di sbagliato nel cambiare abito tattico per sostenere il non scontato innesto di un grande campione; ma che quel 4-1-4-1 fosse dedicato al solo De Bruyne, o meglio al tentativo di disciplinare la sua convivenza con Mctominay, l’ha dimostrato il rapido passo indietro. Nella riedizione del 4-3-3 hanno così trovato senso l’acquisto di Lang, presto acciaccato ma finalmente in campo dall’inizio, il ritorno di Elmas, che ha gol nei piedi, la crescente sicurezza di Gilmour e la sospirata ricomparsa di Hojlund, perché non è vero che tutti i nuovi stiano facendo male.

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In più Milinkovic-savic sullo 0-0 ha respinto un rigore a Camarda, uno di quei penalty concessi perché dopo tre minuti di esame autoptico la quinta telecamera in ordine di apparizione ha isolato il frame di un pallone che tocca una mano leggermente fuori dalla figura. Quel che si dice un «chiaro ed evidente errore», come da enunciato della norma? Ma per favore. Camarda ha sofferto molto lo sbaglio dal dischetto, seguendo il finale di gara dalla panchina con la testa via via più china. Sappia Camarda che Sir Alex Ferguson non amava i buoni perdenti, preferiva quelli incapaci di farsi scivolare di dosso una sconfitta, che ci stavano malissimo fino alla gara successiva, dove facevano di tutto per non dover riprovare quel dolore”.

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