Guida arbitra Juve-Milan, nel 2013 fece saltare i nervi di Conte
In occasione di un Juventus-Genoa 1-1 del 26 gennaio 2013 Conte se la prese con Guida «Se io ascolto determinate cose, 'vergogna' è il minimo che posso dire»

Mg Bergamo 30/10/2021 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Marco Guida
Sarò Guida ad arbitrare il big match di questa sera tra Juve e Milan. Nel suo curriculum ci sono 209 partite in Serie A, ma è un numero condizionato dall’infortunio nella stagione scorsa, ovvero uno strappo muscolare e una tendinite che lo costretto a saltare sei mesi di attività. Guida in carriera ha diretto Milan-Juventus e non si sono mai state polemiche particolari: 2-0 per i bianconeri nella stagione 2013/14, 4-2 per i rossoneri nell’estate del 2020, a porte chiuse causa Covid.
Una partita che ha tanti incroci soprattuto per il passato di Allegri nei bianconeri. Tra le curiosità relative all’arbitro c’è da ricordare la sfuriata di Antonio Conte, attuale arbitro del Napoli, in occasione di un Juventus-Genoa 1-1 del 26 gennaio 2013.
Antonio Conte al fischio finale ai microfoni disse: «Penso ci sia poco da spiegare, tutti hanno visto determinati episodi, non è la prima volta, è da un po’ che usiamo il bon ton, augurandoci che non ci sia rissa mediatica. Oggi siamo andati un po’ oltre. Accetto che mi si dica di non aver visto, non che non se l’è sentita. Tutti hanno detto che era rigore, l’arbitro non può dire che non se la sente di assegnarlo. Questo non è calcio».
Accadde che all’ultimo secondo non fu concesso rigore per mano di Granqvist con conseguente dopo-partita infuocato. Conte non la prese bene in campo, ma ancora di più dopo riferito alla frase urlata all’arbitro nella mischia. «Se io ascolto determinate cose, ‘vergogna’ è il minimo che posso dire. Vogliamo che ci sia equità, avrei accettato le scuse, non una risposta del genere. Tutti hanno visto cosa è successo c’era un rigore su Vucinic, un altro su Pogba, tante situazioni particolari e poi soltanto tre minuti di recupero dopo le numerose interruzioni. Anche un cieco avrebbe visto una cosa così lampante. Le braccia devono stare attaccate al corpo, non c’è da parlare oltre. Se vogliamo far passare l’asso per la figura è un altro discorso. Ci sono sei arbitri e non vedono cose del genere?».