Ferrero: «Avrei venduto subito la Sampdoria a Vialli, se fosse arrivata un’offerta»

Alla Gazzetta: «Ranieri lo stimo molto, ma non ho capito perché ce l’abbia con me. Chiese tanti soldi che non potevo dargli, se non all’inizio. Per seguire la Ternana, faccio il pendolare».

Massimo Ferrero Sampdoria

Db Milano 26/07/2018 - presentazione calendari serie A 2018-2019 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimo Ferrero

Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, oggi è ripartito dalla Ternana, senza un ruolo precisamente definito nella società. L’intervista alla Gazzetta dello Sport.

L’intervista a Massimo Ferrero

Ferrero, qual è il suo vero ruolo nella Ternana?

«Calciatore. Le piace come risposta? Io sono un uomo del fare, non del dire. L’inno della Ternana mi piace, è affascinante. Non farò arrabbiare altri tifosi. Faccio il pendolare: vado a Terni al mattino presto con il cuore e torno la notte con amore».

Ma quindi cosa fa, nel pratico?

«Sono un operaio del calcio e ho avuto la fortuna di incontrare la famiglia Rizzo, che si è fidata del sindaco e mi ha affidato la Ternana. La missione è portarla in una nuova era, molto più importante della categoria attuale. La Ternana in C sta scomoda».

La sua ex Samp ha vinto la prima partita in B dopo un periodo complicatissimo…

«Era ora! Quando andai via dissi che i sampdoriani mi avrebbero rimpianto. E adesso cominciano a capire che il calcio è di tutti, ma non per tutti. Quando dico così mi riferisco all’attuale proprietà. Ferrero non può piacere a tutti come carattere, ma per la Samp ha fatto tanto».

Quanto ha incassato dalla cessione del club?

«Zero. Mi hanno defraudato. Manfredi [attuale presidente, ndr.] è stato bravo all’inizio a raccontare storie, ma non ha capito che deve esserlo alla fine. Ha trovato un investitore che gli ha dato 100 milioni, io con una cifra del genere avrei vinto la Champions. Gli ho lasciato la Primavera al top, la squadra femminile, spogliatoi e campi sportivi appena rifatti, Casa Samp. E ha tagliato il nastro lui. Quando parli di Ferrero sciacquati la bocca e fatti il segno della croce».

Si è mai pentito di non aver ceduto la Samp a Vialli, tempo fa?

«Quando si parla di un campione che non c’è più, sono io a fare il segno della croce. Dal cielo ci ascolta. Ma se un’offerta fosse arrivata davvero, io la Samp l’avrei venduta subito. Si sono tirati indietro e ne ho le prove. Prima della potenziale cessione chiamai Vialli per offrirgli la presidenza del club».

Le recapitarono proiettili, teste di maiale… ebbe paura?

«Io ho paura solo dell’amore: quando ti innamori di una donna che ti fa soffrire è come una coltellata. Dell’odio non me ne frega niente, un sentimento che appartiene agli insicuri. Anzi, mi faccia mandare un messaggio a quelli che mi spedirono una testa di maiale dicendo che la prossima sarebbe stata la mia: non potevate mandarmi qualche bistecca? So’ tanto bone».

Perché anche Claudio Ranieri lasciò la Samp tra le polemiche?

«Lo stimo molto, è un bravo signore. Ma non ho capito perché ce l’abbia con me, non è elegante parlare male. O mi teme, o mi vuole bene. Abbiamo un rapporto di amore-odio. Chiese tanti soldi che non potevo dargli, se non all’inizio. Poi ha fatto bene ma non mi era possibile aumentare l’offerta. La Samp ha tenuto sempre in ordine i conti».

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