Sotto accusa per i gol concessi al City, Luke Shaw: «Le critiche di Keane fanno male, ma aveva ragione»
Il difensore dello United era stato accusato dall'ex allenatore perché avrebbe dovuto fare meglio contro Jeremy Doku nell'occasione del gol di Phil Foden che ha dato al Man City il vantaggio nel derby.
Manchester United's Portuguese head coach Ruben Amorim is seen before kick off of the English Premier League football match between Manchester City and Manchester United at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on September 14, 2025. (Photo by Oli SCARFF / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /
Luke Shaw non è rimasto indifferente alle critiche di Roy Keane dopo il derby perso contro il Manchester City. L’ex allenatore a Sky Sports aveva sottolineato che il difensore avrebbe dovuto fare meglio contro Jeremy Doku nell’occasione del gol di Phil Foden che ha dato al Man City il vantaggio nel derby.
Come riportato dal Daily Mail in un articolo firmato da Chris Wheeler, il difensore del Manchester Unitedha ammesso che le critiche dell’ex capitano «fanno male», pur riconoscendo di non aver bisogno di Keane per sapere quando gioca male. Shaw era stato preso di mira per gli errori nei gol di Foden e Haaland nella sconfitta per 3-0 all’Etihad, con Keane che lo aveva accusato: «Penso che Shaw se la sia cavata per anni allo United. Sempre infortunato, mai abbastanza in forma».
Dopo il 2-1 dello United sul Chelsea, a chi gli chiedeva un parere sulle critiche di Keane, Shaw ha ammesso: «Certo che fa male. Ha molta esperienza. È stato uno dei migliori capitani di sempre per il Manchester United. A volte devi solo prenderlo sul mento. Penso che la critica fa parte dell’essere un giocatore di football. Lo ascolto. Ma per quanto mi riguarda, penso che abbia ragione. Penso che la scorsa settimana non fossi affatto al mio livello. Non ho bisogno che Roy Keane me lo dica. Dopo la partita, lo sapevo. La cosa più importante è sapere quanto posso essere bravo. Il manager lo sa. Penso che i manager con cui ho giocato in passato lo sappiano. Sono sempre nella squadra e gioco sempre, quindi ci deve essere qualcosa in cui i manager credono. Non sto diventando più giovane ora e devo essere coerente. Ho avuto molti alti e bassi, ma per me ora si tratta di mantenere quella coerenza ad un livello elevato. Perché so che posso farlo. Penso che sia per questo che la scorsa settimana mi ha fatto molto male, perché non è il mio livello. E penso che la critica sia ciò che la gente capisce. Ma come ho detto, lo prendo sul mento e lo ascolto e vado avanti».
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