L’Inghilterra e la crisi di vocazione dei centravanti: i ragazzini scelgono altri ruoli, tanto non giocherebbero mai (Telegraph)
La Nazionale ne ha solo due: Kane e Watkins. I giovani sono consapevoli che da centravanti è complicato farsi strada. Phillips: «Oggi si gioca con un solo attaccante e gli stranieri sono tanti...»

Monaco di Baviera (Germania) 26/11/2024 - Champions League / Bayern Monaco-Paris Saint Germain / foto Imago/Image Sport nella foto: Harry Kane ONLY ITALY
In Inghilterra, un po’ come in Italia, stanno vivendo la “crisi centravanti”. Da quando ce n’erano in abbondanza fino a 10-15 anni fa, adesso la selezione britannica può vantare solo due bomber di un certo livello. Il Telegraph si sofferma sull’argomento analizzando la situazione assieme all’ex calciatore Kevin Phillips.
Inghilterra, il focus del Telegraph sul tema centravanti
“Tuchel, l’allenatore dell’Inghilterra, porta la sua squadra in trasferta a Villa Park per affrontare Andorra nelle qualificazioni ai Mondiali con solo due attaccanti puri in rosa, il capitano Harry Kane e Ollie Watkins”, comincia il Telegraph. “Una situazione ben diversa rispetto a quando Kevin Phillips si recò a Villa Park con la nazionale inglese nel 2001, come uno dei sei attaccanti della squadra di Sven-Göran Eriksson, insieme a Michael Owen, Andy Cole, Robbie Fowler, Emile Heskey e Teddy Sheringham”, sottolinea.
Lo stesso Eriksson successivamente fu poi ‘costretto’ a scegliere tra “Alan Smith, Wayne Rooney, Jermain Defoe e Andrew Johnson in altre due partite”, al contrario il problema di Tuchel “è trovare attaccanti inglesi che possano competere con Kane”, continuano i colleghi britannici.
A tal proposito, il Telegraph ha intervistato proprio Kevin Phillips. «Quando organizzo cene o altri eventi, mi chiedono sempre perché non ho collezionato più presenze con la nazionale inglese. Io risponde sempre che mi sento privilegiato ad averne collezionate otto, se si considerano gli attaccanti con cui mi contendevo il posto. Se fossi stato al mio apice ora, probabilmente ne avrei collezionate 50 o 60», ha affermato l’ex calciatore. «La vera delusione per me è stata Euro 2000, ci arrivai da capocannoniere in Europa e in Inghilterra, e non ho giocato nemmeno un minuto. Non ho molti rimpianti nella mia carriera, ma questo lo è», ha aggiunto.
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Phillips ha poi indicato la rosa di attaccanti a disposizione di Eriksson nel 2001 come la migliore nella storia della nazionale. «Quando vieni scelto in una squadra e hai quella rosa di attaccanti – dal mio punto di vista, la migliore che l’Inghilterra abbia mai avuto – devi solo avere fiducia in quello che fai e non cercare di copiare quello che fanno gli altri. È stato fantastico vedere quei giocatori colpire i palloni. Avere la possibilità di giocare contro di loro e poi con loro, è stato fantastico. C’era competizione, non fraintendetemi. Un sacco di prese in giro, ma gli attaccanti sono molto egoisti e vuoi sempre essere il bomber in allenamento. Se perdevi un’occasione, venivi preso in giro, ma se segnavi, gli presentavi il conto. C’erano molte prese in giro, ma erano innocue», ha raccontato Phillips.
Il dato allarmante e l’interpretazione di Phillips
Il Telegraph in seguito evidenzia che, a parte Delap del Chelsea, i centravanti in Premier League sono tutti stranieri: “il Liverpool ha acquistato Alexander Isak, l’Arsenal Viktor Gyokeres, il Manchester United Benjamin Sesko e il Newcastle United Nick Woltemade e Yoane Wissa”. Il commento di Phillips in merito è questo: «Sta diventando sempre più difficile per gli attaccanti inglesi farsi un nome in Premier League perché, con i soldi a disposizione, i top club comprano il meglio sul mercato, e questo spesso significa andare all’estero. Mi piacerebbe vedere emergere giovani attaccanti inglesi, ma l’Inghilterra Under 21 non ha un attaccante conclamato, quindi da dove lo troveremo? Mi piacerebbe che i club cominciassero a produrre buoni attaccanti nelle accademie […] Ma oggigiorno si segue la strada di schierare un solo attaccante e di avere due esterni alti. Questo accade anche nelle giovanili».
In estrema sintesi, Phillps ritiene che i giovani sarebbero addirittura riluttanti a scegliere il ruolo di centravanti perché ben consapevoli che sarà molto più complicato farsi strada.