Conte ha ricordato a De Bruyne che certe reazioni possono essere tollerate una volta sola – Corsport

Conte è tornato sulla vicenda e soprattutto sulle prospettive future. Ricordando a tutti che esiste la squadra e non i singoli

Conte De Bruyne

Mg Reggio Emilia 23/08/2025 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Kevin de Bruyne

Conte ha ricordato a De Bruyne (e agli altri) che certe reazioni possono tollerate una volta sola – Corsport

Il caso De Bruyne, o il kevingate. Antonio Conte ha parlato alla squadra e al belga dopo la reazione alla sostituzione di domenica sera a Milano. Ne scrive il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini:

Ieri, poi, in occasione della prima seduta al centro sportivo di Castel Volturno in vista della sfida Champions di domani al Maradona con lo Sporting Lisbona, Conte è giustamente tornato sulla vicenda e soprattutto sulle prospettive future. Ricordando molto giustamente a tutti che esiste la squadra e non i singoli. Che certe reazioni possono essere tollerate una volta, una sola, ma non la seconda. Che il bene supremo è sempre quello collettivo, il Napoli, e mai l’individuale, cioè il giocatore. Chiunque esso sia. Il tecnico non ha parlato a De Bruyne in privato, diciamo faccia a faccia, piuttosto ha ribadito pubblicamente la linea universale e le ineccepibili regole prima a Kevin, che ha ascoltato in silenzio, e poi a tutti gli altri. L’episodio specifico, insomma, ha offerto lo spunto per una rinfrescata generale del codice. Una volta messi sul tavolo i concetti, tutti al lavoro. Basta così: del resto, come si dice, sono cose di campo. Sono atteggiamenti ovviamente sbagliati, mancanze di rispetto che un allenatore non può e non deve far passare, ma sono anche episodi che a caldo, una tantum, possono accadere. 

Guardiola, Mourinho e ora Conte, quando De Bruyne non gradisce le sostituzioni (Daily Mail)

Contro il City, Kevin De Bruyne aveva dimostrato di capire. Ma contro il Milan proprio no. La sua reazione alla sostituzione è stata eloquente: smorfie, gesti e un confronto diretto con l’allenatore. Conte, fedele al suo carattere, non ha fatto sconti: «Se era contrariato per altro che non fosse il risultato, ha trovato la persona sbagliata». Un episodio che ha ricordato a molti quanto accaduto appena un anno prima in Inghilterra, sotto la guida di Pep Guardiola. Lo ricorda il Daily Mail

Guardiola-De Bruyne: la scintilla del 2024

Durante un Manchester City-Liverpool di Premier League, Guardiola decise di sostituire De Bruyne al 69′ con il risultato ancora in bilico. Il belga lasciò il campo furioso, urlando in direzione della panchina. Guardiola, a fine gara, minimizzò: «Meglio così, significa che vuole restare in campo, che non accetta di uscire. È una buona notizia». Parole che non nascosero comunque una certa tensione, soprattutto in un periodo in cui De Bruyne stava rientrando da problemi fisici e veniva gestito con prudenza. Questi episodi non sono eccezioni. Già ai tempi del Chelsea, da giovanissimo, De Bruyne aveva avuto difficoltà con José Mourinho, che non gli garantiva continuità. Anche in Belgio, con la nazionale, il centrocampista ha più volte mostrato insofferenza per scelte tattiche che lo escludevano dai momenti cruciali. La sua ambizione è quella di essere sempre protagonista.

I precedenti illustri: quando i campioni mal digeriscono i cambi

De Bruyne non è il primo né sarà l’ultimo. Campioni come Cristiano Ronaldo, Lionel Messi e Zlatan Ibrahimović hanno spesso reagito male a sostituzioni considerate premature. Messi con Valverde e poi con Koeman mostrò pubblicamente segni di disapprovazione. Cristiano Ronaldo, al Manchester United con Ten Hag, arrivò persino a rifiutarsi di entrare dalla panchina. Ibrahimović ha spesso dichiarato che «un leone non si toglie mai dal campo», e anche lui ha avuto attriti con vari tecnici per lo stesso motivo. In comune, questi campioni hanno la convinzione che il loro peso specifico in campo possa ribaltare una partita in qualsiasi momento, indipendentemente dalla condizione fisica.

La sfida di Conte

Conte, rispetto a Guardiola, ha un approccio più rigido: non ama i gesti plateali e difficilmente lascia passare il messaggio che un calciatore sia al di sopra delle decisioni della squadra. Per De Bruyne questa può essere una sfida nuova: accettare di essere parte di un progetto in cui il collettivo viene prima anche del suo talento.

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