Con Donnarumma Guardiola ha portato al City la vecchia scuola. E lui e Gigio si sono trovati subito bene (Times)
Sono stati gli interventi meno appariscenti a colpire di più: l’uscita alta, le respinte di pugno potenti e pulite. Guardiola ha stupito di nuovo tutti

Manchester City's Italian goalkeeper #25 Gianluigi Donnarumma keeps goal during the English Premier League football match between Manchester City and Manchester United at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on September 14, 2025. (Photo by Oli SCARFF / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /
Con Donnarumma Guardiola ha portato al City il ritorno al passato. E Gigio è stato subito a suo agio (Times)
Scrive il Times:
C’è un motivo se le rimesse laterali lunghe sono tornate di moda, se i calci d’angolo sono tornati, se le palle inattive sono tornate: oggi sono il modo più efficace per vincere le partite. I portieri, invece, non sono più quelli di una volta. Non più quel club di folli spericolati e coraggiosi che conoscevamo. Ma forse le cose stanno per cambiare.
Il Times racconta come il calcio stia entrando nel post Pep Guardiola. La scelta di Donnarumma è un esempio calzante.
Il portiere di Pep Guardiola, un regista arretrato
Pep Guardiola è sempre stato avanti rispetto agli altri (anche) sui portieri, capace di dettare la tendenza. È stato lui a decidere che il portiere dovesse essere non tanto un quinto difensore, ma il suo regista più arretrato. Per Guardiola, la capacità di giocare con i piedi ha superato le qualità tradizionali del ruolo. Con Manuel Neuer al Bayern Monaco, e poi con Ederson al Manchester City, Guardiola ha cambiato il calcio d’élite: voleva che il portiere passasse, non spazzasse, che avesse tecnica per servire i compagni e non solo colpire zone del campo. E, come spesso accade con Guardiola, il resto del mondo lo ha seguito. Adesso, però, ha preso Donnarumma.
Donnarumma una scelta al passato
Alcuni lo leggono come un segno di panico, come il dubbio di un allenatore che non crede più fino in fondo alle sue idee, forse anche in conflitto con il nuovo direttore sportivo, Hugo Viana. Anche perché il City aveva appena acquistato James Trafford dal Burnley, un portiere più in linea con lo stile di Guardiola. Ora però Donnarumma è il titolare e Trafford la riserva. Ma tutto questo ha perfettamente senso. Cosa rappresenta l’ingaggio di un gigante fisicamente dominante, sicuro e autoritario, se non la risposta più intelligente al ritorno del calcio vecchia maniera? Pensate che si lasci intimidire da un corner a rientrare o da una rimessa laterale lunga del Brentford? Certo, sbaglierà qualche volta, è inevitabile, ma al debutto nel derby di Manchester ha giocato come se ne avesse disputati decine, dai tempi di Alex Ferguson.
Uscite, respinte, la scuola di un tempo
Prosegue il Times:
Vederlo a fine partita conversare amichevolmente con la leggenda dello United Peter Schmeichel è stata l’immagine perfetta: il City ha comprato un uomo, un ritorno al passato, un portiere vero — probabilmente il migliore in Europa la scorsa stagione — di quelli per cui disegnare triangoli eleganti con i terzini contava molto meno che spazzare via tutto dall’area senza troppi complimenti. Nel derby Donnarumma ha fatto una parata splendida su Bryan Mbeumo, ma sono stati gli interventi meno appariscenti a colpire di più: l’uscita alta per togliere i palloni aerei, le respinte di pugno potenti e pulite, la possibilità per il City di difendere le punizioni con la linea alta, lasciando spazio dietro per il portiere che arrivava a prendersi il pallone. Vecchia scuola, quando stare in porta era il ruolo dei matti, l’equivalente calcistico del batterista in una band.
Alan Hansen raccontava di quanto amasse giocare con Grobbelaar:
«Non c’è un altro portiere che esca dalla linea così spesso per gestire i cross. È la cosa più facile del mondo restare fermi sulla linea e lasciare al difensore centrale il compito di liberare di testa. Bruce non è interessato alla via più semplice. Quando la palla entra nella sua area, sente che è lui il principale responsabile per toglierla di lì. Chiedete ai difensori quanto beneficiano del suo modo di giocare. Anche i nostri più forti difensori hanno finito per affidarsi in parte a lui. Esce su così tanti cross che, per la legge dei grandi numeri, qualcuno deve sbagliarlo. Ma i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi, e se i difensori sono pronti a coprirlo, possono ricambiare i tanti favori che lui fa a loro. I difensori del Liverpool hanno sempre avuto di lui una stima maggiore di chiunque altro».
Gigio ha affrontato squadre inglesi in Champions League sette volte la scorsa stagione, mantenendo la porta inviolata solo in due occasioni. Ma ha eliminato il Liverpool subendo un solo gol in due partite, e l’Arsenal allo stesso modo. E chi sarà il prossimo avversario del City in campionato? L’Arsenal, domenica. Nicolas Jover, il loro specialista dei calci piazzati, avrà sicuramente pronto un piano. Ma anche Guardiola ne ha uno. È alto un metro e novantacinque, e non passa certo inosservato.