Baldini (ct Under 21): «Sono abituato a usare termini un po’ volgari, e ora non posso farlo. Il mio ruolo è cambiato»

«Mancano i talenti italiani? Purtroppo il calcio è inquinato da persone che pensano solo ai soldi. Non voglio mostrare le mie emozioni a un mondo che non lo merita»

Conte Juventus Baldini

Db Palermo 12/06/2022 - finale play off serie C / Palermo-Padova / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Silvio Baldini

Silvio Baldini non è mai banale. Lasciato il Pescara, dopo averlo condotto in serie B grazie ad un’insperata vittoria ai play-off di C, è ora il commissario tecnico dell’Under 21. Nella sua prima conferenza stampa nel giorno del raduno degli azzurrini, l’allenatore ha deliziato i giornalisti presenti con dichiarazioni alquanto particolari. A seguire quanto evidenziato da Gazzetta.it.

Le parole di Baldini

«Mancano i talenti italiani? Purtroppo il mondo del calcio è inquinato da troppe persone il cui interesse è solo il guadagno. Tanti si accontentano anche di guadagnare poco, mica sono Raiola che prendeva 150 milioni. Se avessimo la capacità di isolare questi ragazzi da tanti personaggi, il loro valore verrebbe fuori. Tanti sapientoni invece vogliono aiutarli per riempire le loro tasche. Il mio compito difficile è questo, togliergli dalla testa di guadagnare tanti soldi ma di migliorare ogni giorno. Sono abituato a usare termini un po’ volgari, e con la maglia azzurra non lo posso fare. Non mi sento ingabbiato ma il mio ruolo è cambiato. Se dirò qualche parolaccia non succederà pubblicamente ma negli spogliatoi. E aggiungo: tante volte quando uso questi termini cafoni, non è perché sono cafone. Ma perché il mondo del calcio è pieno di lestofanti che vanno apostrofati con questi aggettivi, è un mondo che non ti rispetta e merita di essere trattato in questo modo».

«Sono felice di essere qui e di aver avuto questo incarico. Io non pensavo che avrei avuto questa possibilità, in passato ci ho sperato, ma questa speranza era finita. C’era già stata questa possibilità ai tempi di Mancini c.t., la cosa non era andata in porto ed era finita lì. Quando è arrivata questa chiamata, mi ha riempito di gioia. Sono emozionato, perché ognuno di noi ha una storia, se ti guardi indietro la vedi. Ho sempre creduto che ci sia qualcosa al di sopra di noi, che premia l’onestà e l’amore nelle cose che fai, quando riesci a metterlo chi sta sopra di noi lo riconosce e qualcosa arriva. Non voglio mostrare le mie emozioni a un mondo che non lo merita, ma quando sono partito domenica, con la mia famiglia è stato un momento troppo bello, perché c’era tutta la nostra storia. Sono partito dal niente e sono arrivato qui: ho sempre scelto la strada più lunga, e domenica è stato uno dei giorni più belli della mia vita, pari a quando sono entrato con mia moglie nella prima casa che ci siamo costruiti».

Sugli obiettivi con l’Under 21

«Sono qui per aiutare i ragazzi, non per far il sergente. Chi fa sport se non ha obiettivi vuol dire che non crede in se stesso e non crede in un percorso, sono uno che dà consigli più come padre che come allenatore. Voglio che i ragazzi capiscano che fanno un mestiere bello non solo perché si guadagna tanto, ma perché gli permette di esprimere chi sono. Voi siete degli artisti, e gli artisti ragionano con il cuore e con l’anima, gliel’ho detto già stamattina nel primo contatto. Se hanno questo pensiero, saranno capaci di superare tutte le difficoltà che incontreranno».

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«Io sono convinto di andare molto lontano. Io voglio arrivare a vincere l’Europeo e alle Olimpiadi a vincere la medaglia d’oro. Poi c’è sempre gente che si aspetta che possa inciampare, ma una cosa è sicura: io non mi arrenderò mai, di fronte a qualsiasi critica. Gattuso è diretto come me, senza filtri, molto rispettoso, semplicissimo, questo ha creato subito grande feeling. Infatti ha preso Esposito e Leoni, ne siamo felici anche se io non ho contribuito alla loro crescita. Spero che ne possa scegliere altri in futuro. Lui è una persona bellissima, sono felice di averlo conosciuto».

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