Il Milan ha negato l’abbonamento a decine di ultrà, l’Inter aveva fatto lo stesso ma poi è tornata sui propri passi (Il Giorno)
La Curva Sud attacca il club perché in tanti dopo l'inchiesta sono finiti in black list. Il club ha seguito le indicazioni della Procura della Repubblica. In teoria anche l'Inter

Db Milano 22/02/2019 - campionato di calcio serie A / Milan-Empoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Milan curva sud
Il Milan ha negato l’abbonamento a decine di ultrà, l’Inter aveva fatto lo stesso ma poi è tornata sui propri passi (Il Giorno)
Il Giorno scrive del comunicato degli ultras del Milan che di fatto annunciano lo sciopero del tifo, loro dicono che il club impedisce loro di fare il tifo.
Il Giornale (non Il Giorno) scrive:
Le scosse erano già arrivate. Ora il terremoto del tifoso rossonero è realtà. Sui propri social, la Curva sud ha rotto gli indugi con un comunicato ufficiale in cui denuncia la rottura con la società e l’accusa di aver imposto un «regime autoritario» che impedisce alla tifoseria organizzata di sostenere la squadra come in passato. Per la verità, intervento con cui il club ha ottemperato alle indicazioni della Procura della Repubblica milanese seguite alla nota inchiesta penale sul tifo organizzato. La Curva denuncia il silenzio della società sui nuovi striscioni, il divieto di esporre molti di quelli storici e, soprattutto, la black-list che per motivi di ordine pubblico vieta a molti di abbonarsi al secondo anello blu. «Con grande rammarico – concludono -, a oggi, nel regime autoritario imposto a San Siro, non esiste la minima condizione che ci permetta di tifare come siamo abituati da decenni e come accade in tutte le curve d’Italia. Spiace per il mister e per la squadra, vittime sacrificali di questa scelta della società, figlia di una repressione cieca, ingiustificata e senza alcuna logica. Buon teatro a tutti!».
Ultrà, le differenze tra Milan e Inter
L’edizione on line de Il Giorno invece scrive:
Niente tifo organizzato e colorato, di fatto, per tutta la stagione 2025-2026. A meno che non cambi qualcosa, sarà una Curva Sud ancor più spoglia di quanto visto nella seconda parte dello scorso campionato quella che si appresta ad “affrontare” il prossimo. E non per volontà dei suoi frequentatori. Niente striscioni, niente coreografie e, in molti casi, niente più ultrà al secondo anello blu.
L’inchiesta “Doppia Curva”, che ha decimato i vertici del tifo organizzato di Milan e Inter, aveva già innescato un netto giro di vite nei mesi passati con il divieto di appendere gli striscioni che richiamassero in qualche modo le “gestioni” finite sotto la lente della magistratura. Nel caso del Milan, il telone “Curva Sud Milano” ritenuto ricollegabile alla figura di Luca Lucci e di altri nomi già condannati a processo. La musica non sarà diversa nella stagione che inizia domenica sera con la gara di Coppa Italia tra Milan e Bari a San Siro. Anzi.
“Tante persone in queste settimane ci hanno scritto chiedendo se la Curva Sud degli ultimi anni, passionale, colorata, con i suoi storici striscioni, le sue coreografie spettacolari e il suo tifo incessante, sarebbe stata regolarmente al proprio posto – si legge nel comunicato -. Ebbene oggi dopo un lungo silenzio assordante da parte della società, possiamo darvi le prime risposte: nessun riscontro sui nuovi striscioni, vietati quasi tutti i vecchi striscioni, black-list con divieto di abbonamento al 2° blu ma con possibilità di abbonarsi nel resto dello stadio e di comprare i biglietti anche al 2° blu”
Le ultime righe fanno riferimento alla decisione della società, che nel processo contro i capi ultrà si è costituita parte civile, di negare l’abbonamento nel settore più caldo del tifo rossonero a diverse decine di ultrà ritenuti evidentemente “sgraditi”. L’Inter aveva fatto lo stesso per poi tornare sui propri passi, dopo varie proteste, e autorizzare la tessera in curva nord anche a chi se l’era visto rifiutare in prima istanza.
“In questa lista nera, oltre ai vocalist, ai ragazzi che preparano coreografie, che suonano i tamburi, oltre ai vari responsabili dei gruppi – prosegue il comunicato – sono stati inseriti i loro figli, le loro mogli e tanti altri ragazzi incensurati, solo per aver espresso una propria opinione lecita e aver contestato la società a Casa Milan, durante manifestazioni pacifiche e regolarmente autorizzate”. Gli ultrà in questo caso si riferiscono al corteo di protesta contro la gestione sportiva della proprietà rossonera organizzato all’ultima di campionato con almeno 5 mila tifosi presenti.