Bargnani e il basket: «In Italia non c’è la cultura del rispetto delle strutture. Lo scemo che spacca un ferro lo trovi sempre»
Il Mago intervistato dal Corsport. Si è ritirato nel 2018 ma ha un'idea: «Andare alle Olimpiadi nel 3x3 con Gallinari, Belinelli e Mancinelli. Sono cresciuto sui campetti 3x3»

Db Torino 04/07/2016 - Basket / Torneo di qualificazione Olimpica FIBA 2016 / Turchia-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Bargnani-Danilo Gallinari
Le strade di Andrea Bargnani e della pallacanestro non si sono mai allontanate. Il Mago, prima scelta assoluta dei Toronto Raptors nel Draft della Nba del 2006, ha detto basta all’attività agonistica nel gennaio del 2018. Oggi vive a Bologna e da poco è un nuovo socio e brand ambassador di Pick and Roll, startup italiana che sta rivoluzionando il modo in cui i giocatori di basket si connettono, facilitando la ricerca di campi da gioco in tutto il mondo grazie a un’applicazione geolocalizzata. Il Corriere dello Sport, con Fabrizio Fabbri, lo ha intervistato.
Cosa l’ha convinto di questo progetto?
«Il fatto di poter soddisfare il bisogno di tanti, tantissimi direi, di trovare un campo di 3 contro 3 in qualche parte del pianeta. È una app pazzesca che sta crescendo giorno dopo giorno. Si sta trasformando anche in un playground digitale dove giocatori di ogni nazionalità e realtà differenti si incontrano e confrontano. Per non rimanere però dietro al pc o allo smartphone, ma per andare poi alla ricerca di un campetto e sfogare la propria voglia di basket».
Quanto è legato lei al concetto di playground?
«Io sono un vero e proprio figlio dei campetti di 3 contro 3 all’aperto. Da quando ero ragazzino a Bergamo e ci passavo ore e ore. Nei playground si respira un’aria incredibile e irripetibile. Poi, per diventare ciò che sono diventato, ho dovuto allenarmi tantissimo, sacrificarmi. Non si arriva alla Nba per caso. In Italia lo stato è pessimo. Non abbiamo la cultura sportiva del rispetto delle strutture. Lo scemo che spacca un ferro per divertimento lo si trova sempre».
L’idea di formare una squadra di 3 contro 3 con altre stelle italiane resta viva?
«Sarebbe l’unico modo per poter pensare di arricchire la mia carriera partecipando a un’Olimpiade con i colori dell’Italia. Marco Belinelli, Danilo Gallinari, Stefano Mancinelli ed io. Non siamo più giovincelli ma saremmo un gran bel gruppo. Non so se vinceremmo, ma ci divertiremmo e faremmo divertire di sicuro».
Bargnani: «Belinelli smetterà di giocare? Non posso dirlo io»
Conferma che Belinelli smetterà di giocare?
«Non posso dirlo io. Ci sentiamo spesso, ci vediamo, visto che anche io vivo a Bologna. Ma è una sua decisione e della sua famiglia. Ha vinto tantissimo in Italia, compreso l’ultimo scudetto, in Europa e nella Nba. Cosa gli si può chiedere di più?».
Dove può arrivare la Nazionale di Pozzecco?
«Aspetterei le convocazioni per dare un giudizio. La grande forza del Poz è anche il modo in cui riesce a fare gruppo».
Avrebbe giocato volentieri per lui?
«Siamo troppo amici, troppo legati. Quando giocavo nella Nba passavo le estati con lui a Formentera e le serate (e giù una risata). Meglio tenere separate le due cose».