Toni Nadal vorrebbe accorciare le racchette e introdurre i tiri da tre nel tennis

Perché, scrive l'ex coach di Rafa sul Paìs, così com'è il tennis è troppo difficile e noioso: sgonfierebbe le palle, e ridurrebbe la durata delle partite

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Parigi (Francia) 04/06/2025 - Roland Garros / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Toni Nadal aveva lanciato la pietra e nascosto un po’ la mano. Aveva scritto su El Paìs che il tennis è generalmente noiosissimo, che le partite belle sono davvero poche e che, insomma, va cambiato. Come? Non l’aveva scritto. Ora ci torna su, lo zio-mentore-coach di Rafa. Stavolta ha delle proposte.

“Parto anche dalla convinzione che lo sport, come qualsiasi altra attività, debba adattarsi alla nuova realtà che il mondo odierno ci presenta – scrive – Se, come considerazione preliminare, comprendiamo che sia le dimensioni del campo che le sue regole si basavano sulla morfologia dei giocatori di un tempo e sui materiali che avevano a disposizione, è logico che se questi ultimi sono diversi, anche i primi debbano esserlo”.

Il tennis, scrive Nadal, “è troppo difficile da imparare. Il mondo di oggi richiede facilità, immediatezza e divertimento. Il tennis non risponde a nessuno dei primi due e concede il terzo solo dopo molto tempo e impegno. Questo problema si risolverebbe, a mio parere, accorciando le racchette. Questo semplice cambiamento ridurrebbe la difficoltà di coordinazione. Se, inoltre, la pressione delle palline venisse ridotta o le loro dimensioni aumentassero, il gioco rallenterebbe, sarebbe più facile controllarle, contribuirebbe a scambi più lunghi e ridurrebbe gli errori immediati. Tutto ciò si tradurrebbe in un apprendimento più rapido, più divertente e, quindi, in un esercizio migliore, in cui non si deve passare tutto il tempo a raccogliere le palline”.

“Questi due cambiamenti avrebbero anche un effetto decisivo sul gioco dei professionisti e sulla qualità dello spettacolo che offrirebbero. Limitando la loro potenza, ridurremmo anche il numero di errori che inevitabilmente derivano da una velocità eccessiva. I giocatori sarebbero costretti a giocare scambi più lunghi e a sviluppare punti più elaborati tecnicamente e tatticamente (è dimostrato che i punti più applauditi sono quelli con più scambi e varietà nei colpi). Per noi spettatori, ciò ci permetterebbe di apprezzare questi scambi senza troppa difficoltà e quindi di godere della bellezza del colpo, attualmente rovinato da un’eccessiva accelerazione dei movimenti”.

Hai detto niente. Ma Nadal continua: secondo lui andrebbero “implementate altre modifiche per ridurre la durata delle partite“, per fare “in modo che gli spettatori non si annoino per le continue interruzioni che si verificano durante le partite. Il gioco effettivo durante le partite oggi rappresenta non più del 15% del tempo totale. Troppo poco, a detta di tutti”.

E ancora: “rendere la pausa tra i punti dipendente dalla durata del punto o, come nel basket, consentire ad alcuni punti di avere valori diversi dopo il dovuto consenso”.

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