Spalletti non si dimetterà perché siamo un popolo di poltronari, va esonerato (Libero)
"La Federazione non esonera mai nessuno. C’è una totale incapacità di intervenire quando le cose non vanno"

Db Parigi (Francia) 06/09/2024 - Nations League / Francia-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Neanche Libero riesce a difendere Spalletti dopo l’orripilante prestazione dell’Italia di ieri sera ad Oslo, contro la Norvegia di Haaland e Sorloth. Una squadra forte ma di certo non irresistibile. Con questa sconfitta roboante per 3-0, la Nazionale è già con l’acqua alla gola nel suo girone di qualificazione ai Mondiali 2026 rischiando la terza esclusione di fila: un record storico (è pur vero che la Norvegia dovrebbe vincere praticamente tutte le altre gare, la qual cosa è anche probabile ma non per forza così ovvia ndr). Ciò che resta dinanzi agli occhi però è proprio la prestazione della Nazionale. Abulica, senza intensità in nessuna zona del campo.
Spalletti va esonerato, ma potrebbe non bastare (Libero)
Scrive così Libero quotidiano:
“Se Spalletti avesse a cuore l’Italia come dice, rassegnerebbe le dimissioni. Un atto difficile dato che siamo il popolo dei poltronari ma doveroso. Spalletti strapperebbe il più grande applauso della sua esperienza in Nazionale. Probabilmente l’unico, se le premesse del girone di qualificazione ai Mondiali sono queste. Ne uscirebbe con dignità e soprattutto darebbe una speranza di evitare un disastro. […]
Non è chiaro che l’Italia, per via di questo suo livello, è costretta a essere profondamente e fortemente squadra. Con Spalletti non lo è mai stata. […] La storia del ct che non si dimette nonostante l’Italia stia affondando si sta ripetendo. E di nuovo il presidente federale non rimedia con l’esonero. È paradossale che questa pratica così diffusa nel nostro calcio non venga contemplata dalla nostra federazione. È uno strumento: perché non viene usato al bisogno? C’è una totale incapacità di intervenire quando le cose non vanno. Si deve sempre arrivare a perdere il Mondiale per accorgersi che forse qualcosa non funzionava e accusarsi a vicenda. Il passato non insegna, noi non impariamo. Anzi, loro non imparano”.