Sinner: «Il tennis è uno sport mentale. Le piccole cose nella tua testa fanno la differenza»
Allo Spiegel fa l'analisi della sconfitta: "Ho fatto pace con quella partita. Rimpiango solo l'errore sul 15-40. Dopo, ho solo giocato a ping pong e fatto barbecue"

Spain's Carlos Alcaraz embraces Italy's Jannik Sinner after winning the men's singles final match on day 15 of the French Open tennis tournament on Court Philippe-Chatrier at the Roland-Garros Complex in Paris on June 8, 2025. (Photo by Dimitar DILKOFF / AFP)
Jannik Sinner fa l’analisi della sconfitta. Ha elaborato il lutto, la finale del Roland Garros con Alcaraz, quei maledetti tre match point. Si siede in un ufficio dell’Atp del torneo di Halle, e riavvolge il nastro parlandone con lo Spiegel. E’ quasi una seduta terapeutica. Dice che non ha rivisto il match, ma gli highlights sì. “Ho cercato di tenere il telefono abbastanza lontano da non poterlo raggiungere. Ma ho guardato gli highlights. E i match point che ho avuto. Certo, non si dimentica una cosa del genere. Ma non la vedo come una cosa negativa. A volte fa bene ricordare situazioni come queste. La prossima volta che mi troverò in una situazione come questa, saprò cosa devo fare diversamente”.
E quindi, torniamo indietro a quei momenti: “Sul 15-40, ho tirato la risposta troppo lunga, il che mi ha dato fastidio. Carlos ha semplicemente giocato bene per il resto della partita, sempre molto vicino alla linea, con molta potenza. Poi ho tirato la palla in rete. È una conseguenza di ciò. Non credo di aver sbagliato poi così tanto in quei match point. Sono successe cose che non posso cambiare. Ci ho ho fatto pace”.
Sinner: «all’inizio è stato doloroso poi, lentamente, sono arrivati i pensieri postivi»
“All’inizio è stato doloroso per me, vedevo solo il lato negativo. Poi, lentamente, sono arrivati i pensieri positivi. Siamo riusciti entrambi a giocare cinque ore e mezza di tennis di livello mondiale. Uno di noi due ha dovuto perdere. Ma è stato anche bello che sia stata una finale così degna. Non capita spesso che la partita migliore sia anche la finale. L’atmosfera era straordinaria; è stata un’esperienza esserne stato in parte responsabile. La vedo così adesso”.
Alcaraz ha festeggiato in stile Ibiza. Sinner… “Non ho fatto molto: incontrare amici, fare barbecue, giocare a ping-pong. Mi aiuta molto. Ero stanchissimo dopo la finale. Volevo rilassarmi, non fare niente.
Che il livello della partita fosse eccezionale “l’ho sentito nonostante la mia totale concentrazione. Ma poi te ne rendi conto ancora di più perché così tante persone sono venute da me. Se altri giocatori ti dicono la stessa cosa, allora probabilmente era vero”.
“Io e Alcaraz ci siamo divisi gli ultimi sei Slam. È già un piccolo segno. Molto dipende dalla forma fisica e dal talento. Ma alla fine, è tutta una questione di mentalità. Il tennis è uno sport mentale. Le piccole cose nella tua testa fanno la differenza. Al momento, sembra che Carlos e io ce la stiamo cavando bene anche in questo. Ma le cose possono sempre cambiare rapidamente. Sarei cauto con le previsioni. C’è già una nuova generazione che sta arrivando”.