Mondiale per club, Benitez controcorrente: «I tifosi non mi sembra si annoino, allarghiamo gli orizzonti»
Intervista alla Gazzetta: «De Bruyne un talento sopra le righe. Lo scudetto vinto in quel modo appartiene alla natura di Conte»

Celta Vigo's Spanish coach Rafael Benitez is pictured before the Spanish Liga football match between RC Celta de Vigo and Real Madrid CF at the Balaidos stadium in Vigo on August 25, 2023. (Photo by MIGUEL RIOPA / AFP)
Mondiale per club, Benitez controcorrente: «I tifosi non mi sembra si annoino, allarghiamo gli orizzonti»
La Gazzetta dello Sport, con Antonio Giordano, intervista Rafa Benitez che parla sì del Napoli e dell’acquisto di De Bruyne ma anche del Mondiale per club con un punto di vista controcorrente:
De Bruyne è un insospettabile colpo di teatro.
«Verrebbe da dire troppo semplice per un uomo di cinema. Ma bisogna avere attorno a sé le persone adatte. Non conosco personalmente Manna, ne parlano molto bene, e Conte non ha certo bisogno di essere lusingato: nel nostro settore, c’è poco da fare, parla ciò che hai realizzato e non solo in termini di risultati ma di cultura calcistica. La conquista dello scudetto, con quelle modalità, lottando sino all’ultima giornata, resistendo al ritorno di una corazzata contro l’Inter, appartiene per la sua natura al proprio allenatore: dai un’occhiata, lo vedi giocare e c’è il marchio di fabbrica».
Che cosa aggiunge De Bruyne?
«Un talento sopra le righe. Pochi come lui negli ultimi decenni, come raccontano certe statistiche su gol ed assist. Riduttivo parlare di un centrocampista, siamo al cospetto di una mente geniale che può infischiarsene dei suoi 34 anni. A quell’età, un calciatore che può essere definito a ragione un fuoriclasse conosce i tempi, sa gestire la fatica e senza rinunciare mai ad uno scatto. De Bruyne è intelligenza viva, eleganza, raffinatezza, tutto ciò che esalta una squadra come il Napoli, alla quale non è mai mancato il talento».
Oramai non ci si ferma più, il Mondiale per club è l’ultima espressione attrattiva.
«Il calcio ha miliardi di amanti sparsi in tutti il mondo, sta esplodendo anche in Arabia, dove gli investimenti sono mirati ad elevare il contenuto del loro campionato, già pieno di tante stelle. I tifosi non mi sembra si annoino, anzi: lo vogliono ed è giusto riuscire a concederglielo. Ogni tanto ci fermiamo a guardare semplicemente nel nostro giardino, giusto invece allargare gli orizzonti, promuovere uno spettacolo che è fantastico».
Al Mondiale per club fa caldissimo, e il Nyt elogia il “calcio camminato” del Psg e di Fabian Ruiz
Il Paris Saint-Germain ha esordito nel Mondiale per club “passeggiando” (letteralmente) sull’Atletico Madrid dopo aver dato cinque palloni all’Inter in finale di Champions League. Lo ha fatto nel caldo torrido della California. A 30 gradi e con quei tassi di umidità non ha giocato con la solita intensità. Luis Enrique, scrive il New York Times, s’è inventato un altro modo per vincere: “il calcio camminato”. La foto a corredo del pezzo è quella di Fabian Ruiz… che a Napoli molti accusavano di essere troppo lento e serafico. Vedi, a volte, il karma.
“Il punto di forza del Psg – scrive il Nyt – è la sua adattabilità. Senza il talismano Ousmane Dembélé al numero 9, mancavano non solo i gol, ma anche un ingranaggio chiave in attacco che tira fuori il meglio dalle ali e dai terzini di punta. Il Psg ha costruito la sua Champions League sul pressing, sul controllo del possesso palla e del territorio, e su contropiedi devastanti. La vittoria d’esordio contro l’Atletico è dovuta alla sua abilità nel giocare un calcio camminato”.
“La fascia oraria è ottima per il pubblico europeo, ma le squadre stanno soffrendo”, ha detto Luis Enrique nella conferenza stampa post-partita. “È impossibile giocare ad altissimo livello per 90 minuti”.
Il calcio ideale o l’unico possibile in questo Mondiale per Club
Il Psg ha quindi gestito la palla al piede: 817 passaggi, quasi quattro volte quelli dell’Atletico (275), eppure ha tentato solo 10 cross. Il Psg non ha avuto fuorigioco e ha tirato lungo solo una volta ogni 16 passaggi. “Giocando in modo particolarmente prudente, effettuando più tocchi di palla e passando la palla ancora più corta, le distanze tra i giocatori potevano essere ridotte al minimo“.
“L’Inter lo ha scoperto a sue spese cosa significa lasciare al Psg il dominio del possesso palla e, all’80° minuto aveva percorso complessivamente quasi 8 km in più degli avversari”.
“Secondo SkillCorner, una società di dati che utilizza il monitoraggio delle trasmissioni per fornire metriche contestuali, la scorsa stagione il Psg ha fatto registrare la terza distanza totale percorsa più bassa e la seconda distanza ad alta velocità percorsa più bassa (ogni 30 minuti di possesso palla) tra tutte le squadre dei primi cinque campionati europei”.